“Il diario Lombroso e il killer dei musei” un nuovo tour per il giallo di Enzo Orlando tra Torino e Asti

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Nella nebbia fitta di Torino si aggira indisturbato uno spietato assassino con le mani sporche di sangue. Ha mozzato la testa al direttore del museo Lombroso e l’ha esposta accanto a tutte le altre, a scopo dimostrativo. Sarà il commissario Moretti a dare il via alle indagini… Il diario Lombroso e il killer dei musei, il giallo d’esordio di Enzo Orlando, pubblicato da Bonfirraro editore, ritorna a far tremare la città sabauda, esplorando la storia più recente e svelando misteri mai rivelati.

All’insegna dei segreti racchiusi in un giallo di stampo esoterico e ben fatto, dallo scenario orrifico, sviluppato tra un passato recente e la Torino del 2011, anno in cui è ambientata la narrazione.
Tre gli appuntamenti: si parte venerdì 25 novembre, quando Orlando presenterà il suo romanzo presso la libreria Mondadori di Asti in Corso Vittorio Alfieri. Affiancherà l’autore il giornalista Riccardo Santagati. Invece per gli appuntamenti di Torino, scelta una location di tendenza in città, per giovedì 30 novembre, il caffè letterario Luna’sTorta a San Salvario, dove l’autore sarà accompagnato dalla bookblogger Chiara Bono. La stessa bookblogger accompagnerà l’autore, il 5 dicembre, alla libreria Golem, in via Santa Giulia a Torino.
Enzo Orlando, orgoglioso partenopeo, architetto di professione (emigrato a Torino come molti per trovare lavoro), e grande appassionato di musica e di narrativa gialla per dedizione.

E sta proprio nelle sue origini dicotomiche, la forza del romanzo, ricercato e voluto fortemente dall’editore Bonfirraro tra le centinaia di manoscritti. «Oltre a essere ben scritto, ricchissimo di suspence e colpi di scena, il giallo sintetizza in sé quanto ancora siano forti i pregiudizi contro i meridionali, ben oltre i 150 dall’Unità d’Italia. Ci battiamo da sempre contro questi stereotipi, in nome di un’unificazione che purtroppo ancora rimane sulla carta, mentre le differenze vengono spesso strumentalizzate per scopi politici. La letteratura ha questo potere, che ormai gli altri media hanno perso: induce alla riflessione e getta luce su problematiche che sembrano superate, ma lo sono soltanto superficialmente».

Il commissario Moretti, protagonista indiscusso della storia, darà, infatti, inizio all’indagine che in un primo momento si concentra su un gruppo di meridionalisti e neo-borbonici dell’ultima ora, scatenatisi sui social con commenti feroci contro Lombroso e il Risorgimento, ma la faccenda via via appare molto più complicata di quanto si possa pensare e coinvolgerà personaggi noti nel mondo delle arti occulte…
Dipanandosi fra le misteriose e suggestive vie lungo il Po, Il diario Lombroso è un complesso thriller dal ritmo cinematografico, originale, incalzante e con tinte a forti caratteristiche horror che lascerà il lettore disorientato, senza fiato.

Per l’autore si tratta di un vero e proprio esordio letterario: come ha più volte ribadito, la scrittura è arrivata in un momento successivo, strizzando l’occhio ai due maestri del giallo italiano, Fruttero e Lucentini e dopo essersi nutrito per anni, da inguaribile cinefilo e musicista, del cinema di Dario Argento, Hithckock e Brian De Palma.
«Torino e Napoli mi sono sembrate sempre vicine», dice ancora l’autore, «Da quando mi sono trasferito a Torino, mi ha da sempre affascinato il suo aspetto esoterico, un luogo come pochi al mondo, dove coesistono i poli della magia nera e della magia bianca e i recenti fatti di cronaca hanno visto come protagonisti alcuni maghi che in realtà erano degli stupratori seriali di giovani ragazze incoscienti, provano come la tematica legata al sovrannaturale faccia presa in città».

«Nel libro l’atmosfera del giallo e dell’indagine nella città è decisamente interessante e conquista», dice Chiara Bono, che lo legge e l’approva in anteprima, «sembra di seguire nella città lo scorrere degli avvenimenti, le difficoltà di integrazione storiche tra Sud e Nord, forse mai risolte del tutto, le zone di passeggio e di incontro, le tradizioni dei torinesi. Il tutto ovviamente “condito” dalle componenti esoteriche e spiritiche, massoniche, di una città che si presta bene a questo tipo di ambientazione, rimane il dubbio infatti che sia “tutto vero”. Inedita, inoltre, la prospettiva dualistica Nord e Sud, un’interessante alternativa (o contrapposizione) alle indagini del commissario Ricciardi, il napoletano inizio secolo di De Giovanni».

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