Vaglio Serra, Paesaggio Agrario: grande successo per il Festival della terra dei fossili e del vino

Con la presentazione del Manifesto del Paesaggio Agrario si è chiusa domenica 1 ottobre, a Vaglio Serra, la nona edizione del Festival promosso dall’Associazione Culturale Davide Lajolo insieme a: Distretto Paleontologico e Parco Paleontologico Astigiano; Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l’Astigiano; Uni-Astiss Polo Universitario di Asti; Associazione Paesaggi Vitivinicoli Langhe-Roero Monferrato; Club Unesco di Asti; Forum nazionale Salviamo il paesaggio, Stop al consumo del suolo, Gal Terre astigiane delle colline patrimonio dell’umanità, Istituto Agrario “Penna”; Cantina sociale di Vinchio e Vaglio Serra; Parco artistico “Orme su La Court”, Astesana le strade del vino.

Il Manifesto, sottoscritto da tutti i partner della manifestazione e dalla consigliera regionale Angela Motta, come prima rappresentate istituzionale, proclama che il PAESAGGIO sia posto al centro di tutte le politiche in termini di pianificazione, gestione e valorizzazione territoriale mediante:
– una sempre maggiore partecipazione delle popolazioni locali alle scelte di governo del territorio, quale vero ed efficace antidoto a politiche incongrue e penalizzanti;
– la cessazione del consumo di suolo, come obiettivo centrale di tutte le decisioni politiche di sviluppo territoriale e l’INCENTIVAZIONE al recupero e alla rifunzionalizzazione del patrimonio edilizio dell’esistente
– la valorizzazione dei prodotti tipici e d’eccellenza, garantendo un adeguato reddito alle aziende attraverso le tecniche di coltivazione, la commercializzazione e la promozione del territorio di produzione
– la promozione della cultura della legalità a tutti i livelli anche in campo ambientale e paesaggistico, produttivo da condursi con zelo ed impegno soprattutto presso le nuove generazioni;
– lo sviluppo sostenibile in campo agricolo, costruttivo e viabilistico, come principio guida di ogni scelta operativa,
– il sostegno alla ricerca scientifica nelle varie diramazioni la sua applicazione nel campo dell’educazione e della formazione di operatori consapevoli;
– la valorizzazione della storia – peculiare di ciascun territorio astigiano e monferrino – come elemento prezioso ed irrinunciabile di identità paesaggistica da condividere in modo aperto, consapevole e generoso con altre comunità e contesti sociali;
– l’acquisizione della piena consapevolezza dell’eccezionalità del patrimonio fossilifero astigiano come elemento forte e strategico di promozione e sviluppo economico e sociale;
– la diffusione di buone pratiche riferite al paesaggio  e di una coscienza ecologica nella consapevolezza che il paesaggio  è parte essenziale del benessere fisico della persona;
– la scelta convinta dell’importanza dei paesaggi astigiani e monferrini – riconosciuti dall’UNESCO di valore universale – quali ambasciatori ideali nel mondo dell’eccellenza e qualità dei vini per una loro piena affermazione sui mercati internazionali.

Il documento si chiude con la richiesta che: il “paesaggio agrario” sia considerato STRATEGICO per la qualità di vita di tutta la popolazione, anche e soprattutto di quella urbana, e conseguentemente che il lavoro degli agricoltori possa trovare un pieno e definitivo riconoscimento ed apprezzamento da parte dell’intera società.
Diretto dal giornalista Beppe Rovera, storico volto della trasmissione Rai – Ambiente Italia, con il coordinamento di Laurana Lajolo e Laura Botto Chiarlo, il Festival ha raccolto in quattro giorni oltre 40 relatori, tra cui le massime cariche istituzionali: la sottosegretaria ai Beni Culturali Ilaria Borletti Buitoni, che ha promesso il suo aiuto per il completamento del Museo dei Fossili, Ermete Realacci, presidente Commissione Ambiente Camera dei Deputati (in video messaggio), gli assessori regionali Giorgio Ferrero e Alberto Valmaggia, il consigliere regionale Angela Motta, decine di Sindaci dell’Astigiano coinvolti nel neonato Distretto Paleontologico.
Il dibattito si è nutrito del contributo di scienziati e docenti universitari impegnati nella valorizzazione delle risorse naturali: dal racconto del paleontologo Daniele Ormezzano sulla flora e la fauna che abitava l’Astigiano nel Pliocene, quando le colline erano sommerse dal mare, ai progetti di ricerca per un’agricoltura sostenibile condotti in Cina da Maria Lodovida Gullino, fondatrice e direttrice di Agrinnova. Sulle prospettive offerte dal gemellaggio dei siti Unesco Italia-Cina, in fase di avvio, si sono confrontati imprenditori, esperti di marketing territoriale, come Paolo Verri, direttore di Matera Capitale della Cultura 2019, Roberto Cerrato, direttore del sito Unesco Langhe Roero e Monferrato, nonché esperto della Commissione italiana Unesco ai paesaggi vitivinicoli italiani e componente del Forum Italia-Cina, Maria Paola Azzario, presidente della Federazione italiana dei Club e Centri Unesco. Molti gli spunti di riflessione sulle “buone pratiche” offerti da imprenditori e manager vinicoli, enologi, architetti, paesaggisti e risorse della società civile impegnate nella difesa del territorio, come Matilde Casa, sindaco di Lauriano e ambientalista dell’Anno 2016.
Il Festival ha poi dedicato un’attenzione particolare alla formazione scolastica, coinvolgendo gli studenti dell’Istituto Agrario Penna (dove è intervenuto tra gli altri Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Coldiretti contro la criminalità), la scuola primaria di Serravalle con il progetto “Bimbi svegli”, la scuola primaria di Dusino San Michele con il progetto didattico sui fossili “Alla ricerca di Rino”, il Festival Cinemambiente di Torino. Di turismo responsabile si è discusso al Polo Universitario di Asti con i rappresentanti della Diocesi di Asti, l’Università del Piemonte Orientale e di Torino e Franco Correggia dell’Associazione Terra, Boschi, Gente e Memorie.
L’incontro conclusivo del Festival, nella cornice di Casa Stella a Vaglio Serra (struttura ricettiva recuperata da una società svedese con un complesso intervento di restauro conservativo condotto dall’architetto Roberta Reggio), l’attenzione si è focalizzata sul paesaggio del vino e la rigenerazione edilizia. Il dibattito, che ha visto l’intervento di Ferruccio Capitani, presidente dell’Associazione Italiana Architetti del Paesaggio, ha proposto tra gli esempi virtuosi il progetto dell’architetto e artista Raymundo Sesma, presentato in anteprima dall’architetto Elena Ivaldi, il recupero dell’ex palestra Muti (area tribunale) a cura dell’architetto Marco Pesce, e il restauro conservativo di Palazzo Gazzelli della Rossana a cura dell’architetto Augusta Mazzarolli.

Con l’enologo Giuliano Noè, con il professor Vincenzo Gerbi, tra i massimi esperti dell’Università di Torino in scienze viticole, e con il sociologo Luigi Berzano si è infine discusso di rinascita della Barbera, tutela e valorizzazione della figura del viticoltore attraverso la garanzia di un reddito dignitoso e del profondo legame esistente tra il passato remoto delle colline del Mare e le particolari e uniche prerogative delle vigne che affondano le radici nelle sabbie astiane, ovvero sabbie di conchiglie.
Laurana Lajolo, ideatrice del Festival sottolinea: “Il festival è stato un successo per i contenuti presentati, per la partecipazione del pubblico e soprattutto perché ha dato interessanti indicazioni strategiche per riflessioni e lavori futuri, sottolineando l’importanza che associazioni, enti, organizzazioni di produttori continuino a fare rete e sistema come in questa occasione”.