Regione Piemonte: politiche d’inclusione, in aumento i fondi

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Novità per il sostegno dei non occupati: l’assessore alle Politiche sociali Augusto Ferrari, illustrando le misure di sua competenza nel Documento di economia e finanza regionale (Defr) 2018-2020 alla quarta Commissione presieduta da Domenico Ravetti, ha spiegato che la materia dal 2018 in poi passerà dal cosiddetto “Sostegno per l’inclusione attiva” (Sia) al “Reddito d’inclusione” (Rei) e tale riforma garantirà un ampliamento di risorse da 650 milioni a 1,7 miliardi a livello nazionale. Di questa cifra, una percentuale pari al 15 per cento sarà destinata agli ambiti territoriali, per rafforzare le politiche d’inclusione. Sono inoltre previste, da parte dell’assessorato, azioni per il reinserimento sociolavorativo, l’avvio di percorsi per senza fissa dimora, la riforma degli assegni di cura per costruire un sistema più omogeneo e meno frammentato. In programma anche interventi a sostegno della tutela dei minori, dei Centri per le famiglie e del servizio civile universale.

La Commissione si è riunita lunedì 30 ottobre appunto per proseguire l’esame del Defr sulle materie di competenza. Nel corso della prossima seduta si svolgerà il dibattito e la Commissione esprimerà il proprio parere su questi interventi, come su quelli dell’Assessorato alla Sanità.

L’assessore alla Sanità Antonio Saitta, nella seduta del 23 ottobre aveva già svolto la propria relazione elencando le azioni programmatiche ritenute più strategiche: ridurre le liste d’attesa, attivare il nuovo Cup unico regionale, riordinare la rete ospedaliera, avviare percorsi per la realizzazione di nuove Case della salute e stabilizzare il personale precario. Sono inoltre previsti interventi per l’edilizia sanitaria, l’efficientamento energetico delle Asl, l’informatizzazione e la costituzione del “fascicolo sanitario” per tutti i cittadini che potrà essere utilizzato su tutto il territorio nazionale.

Aprendo il dibattito il consigliere Gian Luca Vignale (Mns) ha sottolineato che l’edilizia sanitaria è competenza dell’Assemblea regionale ed è con essa che l’Assessorato deve confrontarsi prima di attuare nuovi piani in materia.

Sullo stesso argomento Gian Paolo Andrissi (M5s), constatando che l’Assessorato ha scelto di avvalersi del partenariato pubblico-privato con forte prevalenza del privato, ha suggerito l’opportunità di discutere con il Consiglio regionale se sussistano le condizioni per modificare i tipi d’accordo, per esempio per quanto riguarda la Città della Salute e della Scienza di Novara, sgravando il pubblico dal dover pagare forti interessi.

Stefania Batzella (Mli) ha evidenziato che la situazione, per quanto riguarda il piano di assunzione e stabilizzazione del personale infermieristico precario le risorse sono ancora carenti e i tetti di spesa per assumere il personale necessario andrebbero incrementati dal momento che ne va della cura e dell’assistenza ai pazienti e ai malati.

Davide Bono (M5s) ha osservato che il Piemonte, per quanto riguarda i posti letto per le acuzie, è al di sotto dello standard nazionale, e che, per quanto riguarda l’edilizia sanitaria, sarebbe necessaria una delibera del Consiglio regionale che tenga conto dei bisogni di tutto il territorio regionale per indirizzare ed evitare alcuni sbagli del passato, quando le scelte venivano operate per province.

Domenico Rossi (Pd), sottolineando che continuando a usare la spesa storica quale criterio di ripartizione del fondi i microsistemi all’interno del sistema regionale hanno di fatto pochi incentivi per superare le criticità, ha suggerito la possibilità di premiare le realtà che migliorano e aumentano l’efficienza.

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