Lettere al direttore

La Parola della settimana di Cesare Torta: Catalogna

Quello che sta accadendo in Catalogna è un altro triste segnale del degrado sociale che stiamo attraversando in Europa e nel mondo. Quando si vedono cittadini che vogliono votare e vengono presi a manganellate dalla polizia scatta subito una istintiva solidarietà verso il loro diritto ad esprimersi nel modo più consono alle regole democratiche. Poi, se si valuta meglio la situazione, si scopre che il referendum è stato indetto dalla Catalogna in contrasto con le le leggi e la costituzione dello stato centrale spagnolo e quindi è logico che uno stato intervenga di fronte alla violazione delle proprie leggi.

In caso di conflitti tra le istituzioni pubbliche di solito sono previsti enti arbitrali che hanno il dovere di dirimere le controversie e, meglio ancora, sono le forze politiche che debbono trovare soluzioni di compromesso. Evidentemente in Spagna sono fallite entrambe queste opzioni (le responsabilità politiche sono evidenti) e si è giunti alle prove di forza. Difficilmente questa strada porta a soluzioni accettabili e democratiche, il più delle volte si tratta dell’anticamera di periodi di forte instabilità politica se non di vere e proprie guerre civili.

Questo è un piccolo ma significativo assaggio dello sbocco che possono avere le numerose istanze separatiste che da qualche anno si stanno affermando in tutta Europa. Anche noi, con il referendum indetto da Veneto e Lombardia per ottenere maggiore autonomia e privilegi fiscali, stiamo seguendo questa tendenza. Fortunatamente senza infrangere le leggi (il risultato sarà comunque solo consultivo) e con lo scopo di conquistare consenso elettorale alle prossime politiche di primavera, ma non è un caso che si sia scelta questa forma di lotta politica.

La sensazione che il controllo e il potere di prossimità sia da preferire al potere centrale degli stati o peggio, delle istituzioni sovranazionali, è molto diffusa e facilmente compresa e condivisa. Quindi priorità ai “nostri”, compresi ladri, corruttori e disonesti delle nostre parti e, nel caso di stupri non si vada oltre i confini di casa.