Importante congresso internazionale di Colposcopia organizzato dall’Asl Asti

Nel fine settimana il grande evento organizzato dal direttore della struttura di Ostetricia e Ginecologia Maggiorino Barbero.

Sarà un fine settimana denso di impegni e anche di novità quello per l’ambito ostetrico ginecologico internazionale. Va in scena, all’Asl AT, l’ormai tradizionale appuntamento che raduna specialisti da tutta Europa organizzato dal direttore della Struttura di Ostetricia e Ginecologia dell’Asl AT, Maggiorino Barbero.

Il corso di quest’anno prevede la partecipazione di due relatori stranieri: Charles Readman, inglese, Presidente della EFC (European Federation of Colposcopy) e Christine Bergeron (Past President of EFC) ed attuale Presidente della Società Francese di Colposcopia. Con questo si è voluto dare una visione internazionale al nostro corso, ormai ventennale, e consentire un confronto con gli esperti di altre nazioni.

Inoltre vengono riportati i risultati dell’utilizzo dell’HPV test al posto del Pap-test nello screening regionale per il cervicocarcinoma;
infatti nel 2014 è stata inserita ufficialmente questa indagine nelle pazienti con più di 30 anni, e il Pap-test viene utilizzato solamente nelle donne più giovani e come “II livello” per coloro che risulteranno HPV positive prima di passare alla colposcopia.

Questo cambiamento ha portato sicuramente benefici ma anche problematiche organizzative e di “comunicazione” che verranno affrontate durante il corso. Saranno inoltre presentati i nuovi risultati del nuovo vaccino esavalente già ormai disponibile anche sul mercato italiano e le nuove possibilità di vaccinazione nella donna adulta e nel maschio.

Le patologie del basso tratto genitale, virale e neoplastica, sono ampiamente trattate in questo congresso e sono diventate di estrema attualità, non solo per il continuo incremento di questo tipo di malattie che colpiscono le giovani donne, ma anche per la ormai capillare diffusione nella nostra regione dello screening citologico per il carcinoma del collo dell’utero, che evidenzia sempre più precocemente queste affezioni. Infatti da tempo è ormai dimostrato che la neoplasia del collo dell’utero può essere nella quasi totalità dei casi evitata con la prevenzione: attraverso il Pap-Test è possibile evidenziare le prime alterazioni (Displasie, CIN – SIL) che possono, se non trattate, portare nell’arco di 5-10 anni al tumore vero e proprio. Oggi è possibile effettuare il trattamento di queste lesioni preneoplastiche ambulatorialmente, in anestesia locale, con una tecnica chiamata a Radiofrequenza.

Si utilizzano in pratica apparecchiature ad onde elettromagnetiche con elevata frequenza (simili a quelle delle onde radio) attraverso le quali è possibile asportare quelle parti di tessuto vulvare, vaginale e cervicale affette da queste alterazioni senza l’utilizzo del bisturi, con scarsissimo sanguinamento. La guarigione è molto rapida e non è necessario il ricovero o l’astensione dall’attività lavorativa. L’altro aspetto importante riguarda l’assoluto rispetto dell’integrità degli organi trattati, mantenendo quindi la possibilità di future gravidanze.

Il  gruppo si avvale di un’ampia casistica (una delle più importanti a livello nazionale) e l’interesse che suscitano questi argomenti non è soltanto legato alla chiara fama dei relatori ma anche alla possibilità che viene offerta ai partecipanti al congresso di confrontarsi sulle tematiche pratiche con i maggiori esperti in materia. Verranno riportati e discussi i risultati dei primi anni dell’utilizzo del vaccino contro l’infezione da HPV che, come ben sappiamo, è il virus che svolge un ruolo di primo piano nella genesi delle lesioni pre-tumorali e tumorali del collo dell’utero. La diffusione dell’infezione da questo tipo di virus è in continuo aumento specialmente nelle giovani donne e la possibilità di poter disporre di un vaccino efficace rappresenta la vera prevenzione primaria contro la neoplasia cervicale. Sarà interessante analizzare i risultati valutando la percentuale di adesione alla campagna vaccinale e i futuri cambiamenti nella gestione dello screening per carcinoma del collo dell’utero.

All’evento sono previsti cento partecipanti tra corsisti e relatori (medici, ostetriche ed infermieri).