Festeggiati i 550 anni di Tenuta Carretta a Piobesi d’Alba

Più informazioni su

Una storia lunghissima. Conosciuta come “Careta”,  Tenuta Carretta acquisì il nome da colei che nella seconda metà del 1300 ne fu la prima proprietaria, la nobildonna albese Careta Constanzi. Nel 1461 la proprietà passò alla potente famiglia astigiana dei Damiano che, il 28 novembre 1467, con atto notarile, la concesse a mezzadria. Per i vigneti della prospicente collina del Podio (Podium serrae), però, il signore precisa nell’atto che delle uve non si farà a metà, ma saranno invece tutte esclusivamente per lui. Una straordinaria attestazione di qualità “ante litteram”!
Nel 1811 l’azienda diviene proprietà del conte Alessandro Roero, per poi passare alla famiglia Veglia (di Torino) nel 1932.

Una storia che meritava di essere celebrata in modo adeguato e così, all’imbrunire di lunedì scorso – accolti in modo impeccabile dai figuranti, dai musici e dagli sbandieratori del Borgo albese di San Lorenzo guidati da Ines Manissero e dalla musica rinascimentale del gruppo La Ghironda – gli oltre seicento invitati hanno avuto modo di assistere a una serie di momenti unici. Presentati da Manuela Grippi, numerosi ospiti si sono avvicendati sul palco: per primo è intervenuto Mario Rinarelli, Sindaco di Piobesi, paese che ospita la Tenuta divenuta nel 1985 proprietà di Edoardo Miroglio, con la moglie Ivana e i figli Marta e Franco. «Alla fine degli anni ’90 la cantina è stata completamente rifatta ed è tutta sotterranea», ha spiegato Franco Miroglio. «La Tenuta era costituita da terreni adibiti a diversi tipi di coltura e vi erano stalle per l’allevamento dei bovini: noi nel tempo abbiamo scelto di concentrarci in modo esclusivo sulla viticoltura».

Particolarmente significativa la consegna di quattro riconoscimenti “honoris causa”, per ribadire che le aziende vivono grazie agli investimenti delle proprietà ma anche per mezzo del lavoro appassionato di persone che le rendono vive e che ne tramandano le esperienze di generazione in generazione.
A rappresentare una categoria fondamentale per lo sviluppo aziendale è stato l’enologo Marco Monchiero al quale Edoardo Miroglio ha consegnato un riconoscimento dal sapore speciale, di simpatia umana e stima professionale: «Monchiero è stato mio interlocutore di tante discussioni sul vino, ma anche sulla politica e sulla vita», ha ricordato l’imprenditore, ringraziandolo per la lunga collaborazione.
«Oltre all’esperienza professionale, è stata per me un’importante possibilità di conoscere un mondo che ignoravo del tutto», ha dichiarato Monchiero riferendosi al lavoro svolto in Bulgaria, nella Tracia, dove Edoardo Miroglio lo aveva incaricato di dar vita a una nuova azienda per la produzione di vini di qualità.

Poiché la fortuna di un’azienda è dovuta anche a chi ne cura lo sviluppo commerciale, un premio è stato assegnato a Salvatore Franconieri, che per oltre 30 anni ha lavorato per diffondere i prodotti della Tenuta a Milano e che dovunque era conosciuto come il “signor Carretta”.

A scoprire e raccontare la storia della Tenuta è stato invece lo storico Baldassarre Molino, premiato da Marta Miroglio per l’infaticabile lavoro di lettura, trascrizione e traduzione dei testi sulla storia dell’azienda rinvenuti soprattutto nell’archivio dei Conti Ripa di Meana.

Infine un premio speciale è stato riservato alla “collaboratrice severa e determinata che ha conquistato la fiducia e il rispetto di tutti”: così è stata descritta Teresa Saglia, che per 37 anni ha lavorato negli uffici della Tenuta. A consegnarle il riconoscimento la signora Ivana Miroglio.

Molti gli enologi di spicco che hanno collaborato negli anni con l’azienda: da Carlo Corino a Paolo Torchio, da Sergio Carniccio ad Armando Cordero.
Ma non solo vino: non vi era occasione migliore di un compleanno pluricentenario per inaugurare l’installazione di un’opera d’arte contemporanea, realizzata da Rosetta Avalle. «Rosetta è un’artista locale e internazionale allo stesso tempo», ha spiegato nel presentare l’opera il professor Mario Cantù, «Da quarant’anni si misura con tutti i temi e le tecniche dell’arte: è pittrice, scultrice, ceramista. La scultura si chiama “Vitae” e si presenta con forme pure e semplici che ricercano l’armonia».
Poi, dopo un’applaudita esibizione del gruppo degli sbandieratori di San Lorenzo, è stata la volta del menu realizzato dallo chef Flavio Costa per coccolare tutti i presenti, con la cornice musicale, in successione, di Uke Swing e la chitarra di Andrea Mignone e la voce di Neja. Per finire con il taglio della torta e uno spettacolo pirotecnico che ha colorato il cielo su Tenuta Carretta, dando nuove sfumature anche al suo futuro. Poi solo più musica, sino a notte inoltrata.

Più informazioni su