Dialogare due volte al dì prima e dopo i pasti: una ricetta per i medici di domani

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Ben sappiamo quanti operatori ogni giorno mettano in campo la loro professionalità al servizio del paziente ma e’ altrettanto vero che chi si trova ad affrontare un percorso di malattia racconti spesso di confusione paura e solitudine. Probabilmente ci troviamo alle prese con un mondo (quello della medicina) che sembra diventare giorno dopo giorno più tecnologico a scapito di una reale umanizzazione.

Quanto e’ importante incontrare quando ci si ammala un medico che ti accompagni nelle scelte terapeutiche ascoltando chi sei? Come possono medico e paziente percorrere insieme la strada che porta a decisioni condivise?
Tutto ciò che riguarda l’ascolto del vissuto, la raccolta della storia personale, familiare e sociale del paziente resta l’unica occasione, a volte mancata, di un vero incontro tra il medico e il malato.

L’ASL CN2, profondamente convinta dell’importanza di quanto suddetto, ha cominciato dal 2011 una collaborazione con la facoltà di Medicina dell’Università di Torino gestendo un’attività elettiva dal titolo ‘Adotta un paziente‘ realizzata presso il reparto di Geriatria e Malattie Metaboliche dell’osso dell’A.O.U. Città della Salute e della Scienza

Il Professor Isaia commenta così l’iniziativa: “Finalità del progetto era favorire, nel medico in formazione, un itinerario di ricerca, e comprensione che lo conducesse a completare il momento meramente tecnico dell’anamnesi con una considerazione allargata della biografia del paziente, ovvero ciò che costituisce l’orizzonte in cui si sviluppa il vissuto di malattia nel suo complesso. Crediamo infatti che comprendere il vissuto di malattia del paziente sia di fondamentale importanza per la relazione terapeutica tout court, con ricadute significative tanto sulla qualità della comunicazione, quanto sull’ aderenza del paziente al percorso terapeutico”.

Ezio Ghigo, direttore Scuola Medicina Torino, sottolinea come “La partecipazione dei giovani medici a questo progetto sperimentale e’ stata ampia, attiva e appassionata perché, a loro dire, l’originale e innovativo percorso di formazione proposto, rispondeva a un bisogno, loro e dei pazienti, chiaramente emerso nella quotidiana vita di reparto. Abbiamo dunque pensato di cominciare una formazione su questi temi già nel contesto accademico preclinico, cosicchè tutti gli studenti del corso di Laurea in Medicina e Chirurgia possano usare gli strumenti didattici utilizzati nel corso.”

Raccogliendo questo suggerimento, l’Aslcn2, unitamente alla Facoltà di Medicina di Torino ha presentato dalla Fondazione CRT una richiesta di finanziamento per ampliare il progetto.
I ragazzi lavoreranno con modalità teoriche interattive e seminariali attraverso incontri animati da un pubblicitario esperto in tecniche di creative problem solving e il percorso si concluderà con lavori in aula coordinati da tutor esperti in cui verranno testati scenari tipici del rapporto medico paziente.

Il progetto e’ stato approvato dalla Fondazione CRT per cui nell’Anno Accademico 2017-2018 si potrà attivare la prima unità didattica che si rivolgerà a tutti gli studenti di Medicina dell’Università degli Studi di Torino iscritti al secondo anno.

Commenta così Danilo Bono Direttore Generale Aslcn2: “Questa prima unità didattica mette a regime un modello sperimentale e innovativo di dialogo tra ASL e Università: un movimento circolare della conoscenza che procede dagli ambulatori e dagli ospedali delle nostre comunità, là dove più prossimo è il contatto tra cittadini e operatori, arriva nelle aule universitarie portando ai medici in formazione l’esperienza del “campo” e torna nei territori con medici già sensibilizzati alla relazione completa con il paziente,una relazione che chiede al professionista capacità di ascolto e voglia di comprendere; al paziente e ai familiari chiede fiducia nell’esperienza, la competenza e l’autorevolezza dei professionisti della sanità, evitando di andare a cercare risposte e speranze nell’ipertrofia informativa, a volte confusa e distorta, del web.”

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