Coldiretti: reintrodotta in etichetta la tracciabilità della sede di produzione degli alimenti

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Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, via libera alla reintroduzione dell’indicazione obbligatoria in etichetta della sede di produzione o, se diversa, di confezionamento degli alimenti preimballati, destinati al consumatore finale o alle collettività.

“Un importante risultato sulla strada della tracciabilità e della trasparenza che la nostra Organizzazione percorre da sempre a favore dei consumatori e a garanzia della salute dei cittadini – evidenziano Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale –. In questa maniera, oltre a garantire una corretta e completa informazione, si risale in modo immediato ad una serie di dati, utili anche a chi svolge azione di controllo sugli alimenti. Dal 2014 era scomparso l’obbligo di indicare in etichetta lo stabilimento di produzione, ma la consultazione fatta in Italia nel 2015 aveva subito dimostrato come i consumatori non fossero d’accordo. Le nostre battaglie stanno portando, quindi, a risultati tangibili ed importanti come l’ottenimento dell’etichettatura per il latte Uht e i suoi derivati, la pasta ed il riso: stop, dunque, agli inganni e ai falsi Made in Italy. Occorre ora estendere la norma – concludono Revelli e Rivarossa – alle altre produzioni simbolo dell’Italia come i succhi di frutta e il concentrato di pomodoro le cui importazioni dalla Cina sono aumentate del 43% nel 2016 ed hanno raggiunto circa 100 milioni di chili, pari a circa il 20 per cento della produzione nazionale”.

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