Lettere al direttore

La Parola della settimana di Cesare Torta: Supremazia

Si torna a parlare di supremazia.

In America sorgono movimenti “suprematisti” che sostengono la supremazia della razza bianca e per dare forza alle loro tesi alcuni non trovano di meglio che spaccare la testa di un busto in pietra di Cristoforo Colombo per cancellare i simboli di una storia che forse non conoscono neppure troppo bene. In Europa non c’è nazione che sia esente da rigurgiti nazionalisti con annesse demonizzazioni di altri popoli, altre razze, altre religioni, considerati inferiori in blocco e quindi minaccia per il nostro modus vivendi.

Che gli uomini non siano tutti uguali è un dato di fatto che possiamo verificare ogni giorno. E ogni giorno facciamo, anche senza volerlo, delle classifiche. Chi eccelle nel suo campo viene riconosciuto e apprezzato, chi possiede capacità e virtù viene premiato socialmente e diventa un esempio positivo da seguire. Chi ha responsabilità pubbliche dovrebbe far parte di questa categoria in quanto dalle sue decisioni dipendono le sorti di migliaia di persone. Nessuno vorrebbe come guida un incapace o un imbroglione.

Quindi, se supremazia ci deve essere non c’è che da augurarsi che siano i migliori ad occupare i posti di responsabilità in ogni settore del consesso sociale. Il problema sorge quando qualcuno indica come indice di supremazia non la capacità e i meriti delle singole persone ma la generica appartenenza ad una razza, ad una religione o ad una nazione. Questo concetto sembra così ovvio che a ripeterlo mi aspetto commenti sarcastici del tipo che fa riferimento all’invenzione dell’acqua calda. Preferisco correre questo rischio.

Non dovrebbe essere necessario ma per chi è ancora tentato a credere agli slogan che identificano la supremazia con il gruppo di appartenenza suggerisco di considerare qualsiasi gruppo sociale a noi vicino (città, parrocchia, condominio) per trarne un giudizio sulla eterogeneità dei suoi componenti e, per contro, guardare l’esempio di qualche team di ricercatori d’eccellenza scientifica: nella maggior parte dei casi composti da studiosi di diverse nazionalità.