Asti, lo Splendor chiude, ma il cinema è in crescita. Perché?

E’ una brutta notizia la chiusura del cinema Nuovo Splendor ad Asti, annunciata ieri dalla titolare della struttura Marie Christine Garetti.

La doccia fredda, arrivata in una sera di agosto, è maggiormente amara per due motivi: il primo è lo stop di una sala storica della città, che arriva dopo la chiusura di Lux, Politeama e Ritz, la seconda è che la struttura ha sempre puntato sul cinema di qualità, portando ad Asti titoli a volte facilmente reperibili al botteghino e discostandosi dai blockbusters facilmente reperibili nei multisala.

C’è chi dà per morto il grande schermo, ai tempi in cui Netflix la fa da padrone e dove per poco più del costo di un singolo biglietto si può accedere a un catalogo sterminato di film e serie tv. Eppure i numeri di Anica, l’Associazione degli esercenti dei cinematografi italiani, sembrano dare ragione al noto regista Roman Polanski, che all’ultimo festival di Cannes aveva detto che i servizi on demand come Netflix “non sono una minaccia per il cinema tradizionale. a gente vuole andare al cinema non per avere un suono, una proiezione o delle poltrone migliori, ma perché vuole partecipare a un’esperienza collettiva”.

In effetti, stando ai numeri di Anica, biglietti venduti nel 2016 sono stati 105.385.195, con un incremento del 6,06% rispetto al 2015. Crescono anche gli incassi: 661.844.025 di euro, con un aumento del 3,86%. Un trend positivo rispetto anche al 2014, con un incremento pari al 15,14% per le presenze e al 15,05% per gli incassi”. Anche se a vedere i titoli più gettonati al botteghino lo scorso anno, in testa alla classifica vediamo cinepanettoni o grandi produzioni hollywoodiane: da Quo Vado a Inferno, da Rogue One a The Hateful Height. Insomma il cinema, paradossalmente, vince là dove la concorrenza di streaming, home video, premium tv e pirateria digitale è più forte. Forse, quello che manca, più che il pubblico pagante, è una educazione al cinema. Ci sono tantissime produzioni, anche nazionali, interessanti, che non trovano la giusta distribuzione a livello nazionale, fagocitati dai vari “Natale a..” o dall’ultimo episodio di Guerre Stellari. Come è importante invece educare a capire e vedere il cinema, grazie a importanti retrospettive (bellissima quella legata a Bunuel lo scorso autunno allo Splendor).

Evidentemente molti preferiscono il pop corn all’arte. Ed è anche per questo che il Nuovo Splendor ci mancherà.