Lettere al direttore

La parola della settimana di Cesare Torta: Risposte

Che fatica trovare accordi sulle cose da fare, sulle decisioni da prendere su temi importanti che riguardano tutti. Sia a livello nazionale che a livello mondiale. Prenderò come esempi due avvenimenti di questi giorni che occupano le prime pagine di tutti i giornali per scoprire se è possibile trovare analogie e motivazioni comuni.

Il primo è il tentativo di approvare una legge sullo jus soli in Italia allo scopo di riconoscere il diritto di cittadinanza a persone nate in Italia da genitori stranieri, dopo aver seguito un percorso temporale e scolastico tale da configurare una situazione che di fatto li rende uguali agli altri cittadini residenti da maggior tempo. Anche se si tratta di riconoscere un diritto che per noi è scontato, per molti risulta scandaloso estenderlo ad altri. Quasi come se questo togliesse qualcosa a noi. Lo stesso atteggiamento si era verificato quando si trattò di riconoscere le coppie di fatto e le coppie gay.

Il secondo esempio è quello delle conclusioni del recente G20 di Amburgo in cui per ogni argomento trattato non si è giunti a decisioni univoche e concordate. Sul tema dei cambiamenti climatici e sulle azioni da intraprendere, già faticosamente definite tre anni fa a Parigi, tutti d’accordo tranne l’americano Trump che invece ha ottenuto di poter inserire nel documento finale la possibilità di sfruttare le energie fossili in modo meno inquinante.

Per quanto riguarda le sanzioni per i trafficanti di uomini niente da fare perchè Cina e Russia non sono d’accordo. Il commercio mondiale deve restare libero però ogni stato può applicare strumenti di difesa nazionale. Sul grande problema delle migrazioni di massa il massimo raggiunto è stato di riconoscere che si tratta di un fenomeno da affrontare in modo globale.

Anche di fronte a problemi in cui è così facile individuare risposte in linea con l’interesse generale dei cittadini di tutto il mondo, è sufficiente che emerga qualche interesse economico di pochi per condizionare le scelte politiche dei loro capi di governo.