I Consorzi alzano la voce contro il Ceta: “rischio di imitazioni estere dei prodotti locali Igp e Dop”

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“Il trattato di libero scambio con il Canada va fermato”.

A sostenerlo sono in molti: Claudio Adami, presidente Consorzio di Tutela Formaggio Murazzano Dop; Aldo Marchisio, presidente del Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione del Fagiolo di Cuneo; Sergio Lasagna, presidente Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione della Nocciola Piemonte Igp; Evanzio Fiandino, vice presidente Consorzio per la Tutela Formaggio Castelmagno Dop; Vanni Nasi, presidente Consorzio di Valorizzazione e Tutela della Castagna Cuneo Igp; Domenico Sacchetto presidente del Consorzio per la Valorizzazione e la Tutela della Mela Rossa Cuneo Igp; Carlo Gabetti presidente del Consorzio di Tutela della Razza Piemontese, che ha appena ottenuto il riconoscimento IGP “Vitelloni Piemontesi della coscia”.

Il Ceta, il trattato commerciale di libero scambio con il Canada in approvazione in Parlamento, aprirebbe le porte alle imitazioni dei prodotti Made in Italy più rappresentativi.

“La presunzione canadese di chiamare con lo stesso nome prodotti del tutto diversi è inaccettabile perché si tratta di una concorrenza sleale che danneggia i produttori e inganna i consumatori – continuano i portavoce dei Consorzi che concludono – Non possiamo pensare di sradicare prodotti così fortemente legato ai nostri territori e credere che gli stessi possano essere preparati in Canada. Continueremo, dunque, con tutte le azioni necessarie per bloccare l’approvazione del trattato che penalizzerebbe l’agricoltura di qualità, mortificando le eccellenze del nostro territorio”.

A queste dichiarazioni si aggiungono anche quelle  di  Chiara Astesana Presidente del Consorzio di Tutela e Promozione del Crudo di Cuneo: “Il CETA deve essere modificato perché prevede la tutela di alcune denominazioni di origine e ne dimentica molte altre, tra le quali il Crudo di Cuneo DOP. Il prosciutto Crudo di Cuneo potrebbe essere infatti prodotto e commercializzato in Canada senza alcuna vigilanza in loco. Tale condizione è inaccettabile.”

Conclude la Presidente Chiara Astesana:”Riteniamo ingiusto che l’accordo preveda la tutela per alcune  denominazioni di Origine e ne dimentichi altre, se pur meno note al mercato internazionale”.

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