Con la Festicamp a Castelnuovo Calcea, la CIA di Asti ha festeggiato i 40 anni della Confederazione fotogallery

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Anniversario importante per la CIA, Confederazione Italiana Agricoltori, che quest’anno compie 40 anni.

Nel dicembre 1977, nasceva a Roma, erede diretta dell’Alleanza Contadini, la Confcoltivatori che con questo cambio di denominazione segnava concretamente la necessità di adeguare le azioni sindacali al mutamento dei tempi ed al procedere dell’azione di sviluppo del comparto agricolo che si presentava ormai ben diverso da quello degli anni dell’immediato dopoguerra.

Alla stessa esigenza si rispose quindici anni dopo, nel giugno del 1992, con la costituzione della Confederazione italiana agricoltori (CIA) che ancora una volta, con la sola apparentemente banale sostituzione del termine “coltivatori” con quello di “agricoltori”, prendeva chiara coscienza delle mutate condizioni professionali e imprenditoriali di chi operava in agricoltura.

Quarant’anni di sindacato e servizi insieme al mondo agricolo in cammino è stato il tema scelto per il momento di discussione e riflessione della Festicamp 2017 della CIA di Asti, evento tenutosi questa mattina, sabato 22 Luglio, nel bel centro storico di Castelnuovo Calcea, il comune in cui sarà aperta tra qualche mese in regione Opessina, la nuova sede unificata degli uffici di zona Cia di Canelli e Nizza Monferrato.

Un periodo, quello degli ultimi quarant’anni, che non ha solo cambiato il modo di fare sindacato, ma è stato decisivo anche riguardo ai mutamenti, ideologici e pratici, avvenuti riguardo alla tutela e salvaguardia del territorio, soprattutto quando si tratta delle colline Unesco su cui nascono le uve che danno vita ad alcuni tra i vini più celebri e rinomati della penisola. Tra questi la Barbera, su cui da qualche anno la Cia di Asti sta mandando avanti un progetto per averne, oltre ad alcune pregiate punte di grande qualità, anche un prodotto fresco, beverino, già pronto a pochi mesi dalla vendemmia e di costo assolutamente accessibile, riconoscibile sotto la doc Piemonte.

Di tutto questo si è discusso durante la Tavola rotonda – emblematico il titolo: “Cia. I nostri primi quarantanni: sindacato e barbera in terra Unesco” – che si è svolto nel salone comunale di Castelnuovo Calcea e che ha visto l’intervento del presidente nazionale Cia, Dino Scanavino, l’assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero. l’enologo Giuliano Noè, il presidente del Consorzio Barbera d’Asti Filippo Mobrici, il presidente della Cantina di Vinchio e Vaglio Serra, Lorenzo Giordano, il direttore della Cantina “Sei Castelli” di Castelnuovo Calcea Enzo Gerbi, l’imprenditore vitivinicolo Michele Chiarlo, l’architetto Andrea Capellino, il presidente provinciale dei Giovani Imprenditori agricoli Danilo Amerio ed il presidente provinciale della Confederazione, Alessandro Durando.

A chiusura della tavola rotonda la tradizionale cerimonia di consegna dei riconoscimenti che la Cia di Asti attribuisce a personaggi che da una parte abbiano ben operato a favore della conoscenza dei valori dell’agricoltura e dell’ambiente e, dall’altra, rappresentino il futuro di un’agricoltura sostenibile, di reddito dignitoso e di qualità.

Nel primo caso il premio è l’Agrestino che eccezionalmente quest’anno si è “fatto in quattro” ed è stato consegnato ai titolari di altrettante aziende che da quarant’anni sono associate alla Confederazione: Celestino Marletto di Tonco, Michele Novelli di Castelnuovo Calcea, Francesco Bosetti di Sessame e Valter Spinoglio di Moncalvo.

Nel secondo caso si tratta della Targa “Oddino Bo” che quest’anno è stata attribuita al ventiduenne Danilo Amerio, presidente provinciale dell’Agia e conduttore, insieme alla famiglia, di quindici ettari a vigneto a Moasca.

 

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