Astimusica, dopo il blues di Zac Harmon stasera il raffinato “Piano Solo” del Maestro Bollani

Gli spettatori di Astimusica salgono a 15 mila.

Il blues piace agli astigiani e non solo, perché molti sono stati gli spettatori venuti da fuori per assistere, ieri sera in piazza Cattedrale, al concerto di Zac Harmon, ultima tappa del tour italiano del fuoriclasse americano.

Clima caldo perché fin dal primo brano il chitarrista, e voce straordinaria, infiamma le duemila persone e le invita a entrare nello spettacolo: vuole che battano le mani. Si parte per un’avventura carica di energia e piena di ritmo. Il pubblico non ci mette niente a entrare in sintonia con i musicisti, Zac Harmon e la sua band dimostrano che suonare non è solo lavoro e passione, ma anche puro divertimento.

L’omaggio del festival, a fine concerto, sarà nella richiesta prolungata di bis. Harmon soddisfa il pubblico, il suo sguardo abbraccia l’intorno (“Piazza Cattedrale è splendida, un posto così non lo trovi facilmente” dice il suo agente), mentre l’ultimo atto è quello del batterista che ringrazia lanciando le bacchette alla folla acclamante.

Dalla band di Harmon si passa questa sera al ”Piano Solo” di Stefano Bollani.
Sarà un concerto giocato sull’improvvisazione, attraversando generi diversi con un prestigiatore delle note rapito dalla musica fin da bambino: il Maestro ha iniziato a suonare a 6 anni ed esordito professionalmente a 15.
Biglietti a 20 euro (casse di via Borgnini e via San Giovanni aperte dalle 19.30).
All’organizzazione del concerto, inserito in Monferrato Jazz Festival, concorre il Circolo Filarmonico Astigiano.

Domani sarà invece il turno del trio mascherato dei Tre Allegri Ragazzi Morti

Prima di loro, alle 21.30, rock con Lo Straniero (nel gruppo anche gli astigiani Luca Francia e Francesco Seitone) e gli Od Fulmine. Ingresso libero.
Pilastro della scena alternativa italiana, i Tre Allegri Ragazzi Morti sono nati sotto la guida di Davide Toffolo (cantautore, compositore e fumettista) che sarà sul palco con Luca Masseroni (batteria) ed Enrico Molteni (basso).
La storia inizia nel 1994 a Pordenone con un disegno che rappresenta tre ragazzi e diventerà l’immagine del gruppo. In oltre 20 anni di musica, quella dei TARM è una strana storia di più di 100 canzoni e oltre 1000 concerti, ma anche quella della costruzione di un immaginario “mascherato” che ha affascinato e coinvolto almeno tre generazioni con canzoni senza tempo come “La mia vita senza te”, “Ogni adolescenza”, “Occhi bassi”.

Dopo un 2013 in tour con Jovanotti, nel 2014 la band celebra i 20 anni con l’autobiografia a fumetti di Toffolo “Graphic novel is dead” e il tour “Aprile 1994”, sold out in tutta Italia.
Nel 2016 pubblica “Inumani”, disco realizzato con il suo fan numero uno, Jovanotti, e tanti amici, da Il Pan del Diavolo a Vasco Brondi. Disco che li porta anche in tv, da “Quelli che…” a “Che tempo che fa”.