Oasi dell’Immacolata, chiarimenti sulla vicenda dell’hospice ad Asti

Riceviamo e pubblichiamo una lettera pervenuta dal Commissario Straordinario CISL FP Alessandria-Asti Salvatore Bullara  in relazione dell’hospice nell’area dell’Oasi dell’Immacolata.

Sui mezzi di comunicazione si possono leggere opinioni sui temi più disparati, tuttavia spesso e volentieri le opinioni non sono quelle delle persone “addette ai lavori”, ovvero di quelle che hanno le competenze e le conoscenze in materia per giudicare la fattibilità e l’opportunità delle soluzioni che si propongono.

E’ così avviene anche per quanto riguarda la vicenda dell’hospice nell’area dell’Oasi dell’Immacolata.

Posto che l’hospice va realizzato (lo prevede la normativa regionale), le domande da porre sono dove, come, a che prezzo. Se le domande però sono queste, la risposta non può essere “All’Oasi dell’Immacolata, perché è bella e così evitiamo il rischio di un nuovo supermercato”, in quanto oltre che estremamente semplicistica tale risposta nulla direbbe riguardo al “prezzo”, un prezzo che non è esclusivamente quello del costo della struttura ma che è anche un costo organizzativo e sociale. Anche per le strutture socio assistenziali, come per i supermercati, dobbiamo chiederci se abbiamo bisogno di una nuova struttura o se invece esistono già delle strutture idonee e sottoutilizzate, che in quanto tali costituiscono un costo per la società ma che potremmo invece impiegare con profitto di tutti. Ecco, questa è esattamente la situazione della Casa di riposo “Città di Asti”, cioè la più grossa casa di riposo del nord Italia (si! E si trova ad Asti!).

Da tempo la CISL FP sottolinea che la collocazione maggiormente strategica per l’Hospice sarebbe la casa di riposo. E non perché questa sarebbe una modalità di sostegno alla struttura che attraversa un periodo di criticità (vero, per carità), ma perché dispone di un ala del presidio prospiciente via Bocca completamente autonoma, con ampi spazi verdi a servizio, perché ha una posizione centrale ed inoltre il vicinissimo parcheggio e il servizio pubblico di trasporti ne garantiscono l’accesso in qualunque ora della giornata. Inoltre non sarebbe necessario dotare l’Hospice di cucina centralizzata, lavanderia e stireria, servizio mensa interna, locale per il culto e camera mortuaria in quanto già presenti e funzionanti all’interno della residenza, per non parlare della possibilità di utilizzare ed impiegare al meglio le risorse umane già presenti. Questo per quanto riguarda l’aspetto meramente tecnico, dopodiché va anche detto che, da un punto di vista urbanistico e sociale, realizzare l’Hospice in Casa di Riposo non solo permetterebbe di riqualificare un contenitore che rischia (come molti altri in città) di rimanere vuoto, di salvaguardare un pezzo importante della storia del sociale della città, ma anche di realizzare quelle economie che oggi con tanta enfasi amministratori e legislatori invocano a gran voce.

Per queste ragioni ci auguriamo che il neo Sindaco di Asti e l’Assessore alle Politiche Sociali cui va l’augurio di buon lavoro, possano riconsiderare la collocazione dell’Hospice presso la Casa di Riposo, così come già in origine, per ridare nuovo slancio e vigore ad una realtà che tanto rappresenta per la città ed i suoi cittadini più fragili e preservarla da ogni possibile “incursione” che ne snaturerebbe la natura e la vocazione fondativa.

Salvatore Bullara – Commissario Straordinario CISL FP Alessandria-Asti