Il territorio e l’economia del sud Piemonte nell’annuale convegno di Confagricoltura Asti

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Sarà la splendida cornice di Tenuta Montemagno, nel cuore del Monferrato, a ospitare venerdì 16 giugno dalle 10 l’annuale congresso di Confagricoltura Asti.

La location non è stata scelta a caso. Il titolo dell’incontro “Monferrato, land of taste: il territorio come vera risorsa per l’economia del sud Piemonte”, ha in sé alcuni dei temi più “caldi” del momento, ovvero turismo, enogastronomia ed economia.

Assurto a ruolo di importanza cruciale nelle politiche dello sviluppo economico e sociale, il territorio non può e non deve essere visto una entità a se stante, ma, anzi, come un vero e proprio valore aggiunto al nostro sistema economico in quanto capace, poiché pregno di tradizione e fascino, di attrarre operatori del settore, pubblico e turisti, e far scoprire loro un vero e proprio universo.

Sul palco, a moderare e “animare” l’incontro, il “cronista di eno-gastronomia” Edoardo Raspelli, noto al grande pubblico, oltre che per le sue pubblicazioni in ambito culinario, anche per la conduzione domenicale di “Melaverde” su Canale5.
A Raspelli il compito di “pungolare” su questi e altri temi gli illustri ospiti: l’assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero, al presidente della Provincia di Asti Marco Gabusi, al presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato Filippo Mobrici, al presidente dell’Associazione Produttori del Nizza Gianni Bertolino e al direttore del Consorzio per la Tutela dell’Asti DOCG Giorgio Bosticco. Le conclusioni saranno affidate a Massimiliano Giansanti, neopresidente nazionale di Confagricoltura.

Nell’Astigiano sono più di tremila le aziende vitivinicole, che conducono in totale più di ventimila ettari di vigneto: oltre 168 milioni di bottiglie – delle quali circa il 50% prodotte da cantine associate a Confagricoltura – destinate per il 50% al mercato estero e la parte restante al mercato nazionale. Tremila imprese che assumono e danno occupazione a oltre 2500 operai agricoli (le giornate lavorative annue sono pari a 320 mila).

“Dati rilevanti questi – rimarca il presidente Massimo Forno che per Confagricoltura Asti farà gli onori di casa – che sono ancora più importanti se aggreghiamo l’indotto che il mondo agroalimentare rappresenta, diventando la prima impresa del territorio o, come mi piace dire, “l’impresa del territorio”. Il territorio è certo patrimonio di tutti, ma sono gli imprenditori agricoli, con il loro lavoro, ad averlo plasmato e forgiato, ed è proprio a loro che spetta rivendicarne il “possesso”, chiedendone in primis alle istituzioni il rispetto e la piena tutela. Dal canto loro, gli imprenditori hanno il dovere di continuare a impegnarsi nella valorizzazione di un patrimonio unico sotto almeno tre aspetti: quello della produttività sostenibile, quello dell’immagine creativa e quello dell’offerta agroalimentare. L’Astigiano non ha certo bisogno di zone industriali ma di zone rurali, le uniche a rappresentare il vero “cuore” della nostra identità e della nostra economia”.

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