Coldiretti Asti: “Il CETA legalizza le piraterie alimentari”

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Troppe criticità sull’accordo Canada-UE, serve ampio dibattito prima della ratifica, in programma per oggi, 22 giugno in Senato.

Ad esprimere le sue preoccupazioni è il presidente provinciale Coldiretti, Roberto Cabiale: “Sono decisioni importanti che occorre ponderare attentamente e con opportuna precauzione. Coldiretti si è mobilitata a tutti i livelli, facendo appello a tutti i parlamentari e in particolare ai senatori, affinchè siano valutati tutti gli effetti economici e sociali del CETA, Comprehensive Economic and Trade Agreement, l’accordo commerciale tra Unione Europea e Canada che il Senato italiano dovrebbe sottoporre a ratifica oggi”.

Cabiale evidenzia come questa decisione potrebbe recare effetti negativi anche sul territorio locale, a cominciare dalla salute delle persone e all’ambiente, fino alle incognite sull’economia “come la concorrenza sleale che subirebbero la nostra zootecnia e la nostra cerealicotura” rileva Cabiale, aggiungendo: “E’ di questi giorni il lancio dell’Igp Vitellone Piemontese che garantisce una carne con una salubrità senza pari in nessuna altra parte del mondo, agevolare importazioni di produzioni di bassissima qualità come quelle canadesi e con contaminazioni che in Italia non sono consentite, arrecherebbe una concorrenza e un danno che non si può nemmeno immaginare di quantificare”.

Ieri il presidente nazionale Coldiretti, Roberto Moncalvo, insieme a numerose realtà della società civile, del mondo sindacale, produttivo e dell’ambientalismo, ha incontrato il Presidente del Senato, Piero Grasso, sottolineando la necessità di analizzare più a fondo i potenziali effetti del trattato sull’ordinamento democratico, l’uguaglianza di fronte alla legge, l’occupazione, il settore agricolo e agroalimentare, i diritti dei consumatori e dei lavoratori, il settore dei servizi, il principio di precauzione, la salute e l’ambiente.

Oggi il vice presidente nazionale Coldiretti, Ettore Prandini, all’audizione al Senato, ha evidenziato l’impatto devastante sulla coltivazione di grano in Italia con il rischio desertificazione di intere aree del Paese e una concorrenza sleale nei confronti degli allevatori italiani, nonché il rischio per i consumatori ed un precedente pericoloso nei negoziati internazionali.

Secondo un Dossier preparato da Coldiretti, delle 291 denominazioni Made in Italy registrate, ne risultano protette appena 41 con il via libera all’utilizzo di bizzarre traduzioni di nomi italiani (un esempio è il parmesan) e alla possibilità di usare espressioni come “tipo”, “stile”, “imitazione”. A questo occorre aggiungere il devastante impatto del Ceta su circa 50.000 tonnellate di carne di manzo e 75.000 tonnellate di carni suine a dazio zero e l’azzeramento strutturale del dazio per il grano proprio mentre il governo canadese si è già mosso per sollevare questioni di compatibilità del trattato con il decreto di indicazione obbligatoria dell’origine della pasta che l’Italia ha depositato a Bruxelles.

“A rischio – sottolinea il direttore di Coldiretti Asti, Antonio Ciotta – è lo stesso principio di precauzione, visto che la legislazione canadese ammette l’utilizzo di prodotti chimici vietati in Europa. Inoltre questo accordo di libero scambio con il Canada, legalizzerebbe la pirateria alimentare, aprendo spudoratamente le porte alle imitazioni canadesi dei nostri prodotti tipici”.

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