Asti, sarà inaugurata sabato la mostra “Feofeo. Io sono colore”

Sabato 10 giugno alle ore 18, presso il Museo Diocesano San Giovanni di Asti (via Natta 36), sarà inaugurata la mostra "Feofeo. Io sono colore".

La mostra di Federica Oddone, farmacista di Asti, in arte Feofeo, è organizzata con il patrocinio di Regione Piemonte, Provincia di Asti, Comune di Asti, AstiTurismo e Lions Club Asti Host. L’esibizione resterà aperta da sabato 10 giugno a domenica 6 agosto 2017 con il seguente orario: venerdì ore 15-18, sabato e domenica 9,30-13 / 15-18, nei restanti giorni della settimana su prenotazione.

Sabato 10 giugno, in occasione dell’inaugurazione della mostra, il Museo Diocesano resterà chiuso al pubblico fino alle ore 18.

Per tutta la durata dell’evento l’ingresso al Museo Diocesano sarà con offerta libera.

La mostra sarà articolata in tre periodi che illustreranno le opere tra il 2011 e il 2016. In particolare sarà divisa in: L’Illuminazione / Enlightenment, L’Oltre / Besides, La grande Opera / The great Rebirth.

Nel corso dell’inagurazione sarà presentata ufficialmente la Monografia Feofeo “io sono colore” (Ed. Giorgio Mondadori).
Questa sua prima importante monografia presenta oltre 160 opere realizzate tra il 2011 e il 2016 e suddivise  in tre sezioni, corrispondenti ad altrettanti periodi artistici legati alla spiritualità.

Dal punto di visto tecnico la pittrice predilige i colori acrilici su tela o su juta avvalendosi di vari strumenti mentre, sul piano concettuale, molti critici hanno individuato la correlazione tra i suoi dipinti e gli studi alchemici, intravedendo un legame sia a livello visivo sia semantico.
Risulta comunque evidente che la sua ricerca si indirizza non verso ciò che ci circonda ma scava nei meandri più oscuri e sconosciuti della coscienza, dischiudendo infinite possibilità di interpretazione e percezione.

“All’interno del panorama artistico contemporaneo, l’originale figura di Feofeo risalta per merito di una identità raggiunta sfuggendo a mode e omologazioni, nel progressivo consolidamento di un percorso espressivo sospeso fra abbandoni intimi e raffinate meditazioni intellettuali” commenta Giovanni Faccenda, critico e storico dell’arte.