Lettere al direttore

La parola della settimana di Cesare Torta: Notte

“Ma la notte, ma la notte, ma la notte NO!” cantava Renzo Arbore qualche anno fa in un divertente programma televisivo.

Gli anni passano, le situazioni cambiano ed ecco che una Camera dei deputati senza memoria e con poca capacità creativa scrive una legge in cui si sostiene che la notte SI. Cioè di notte si può fare quello che è vietato di giorno in tema di legittima difesa.

Cose che capitano quando si cerca di rincorrere le istanze che giungono da un’opinione pubblica impaurita forse a livelli superiori a quelli che i pericoli reali meriterebbero, senza esserne troppo convinti. 

La legittima difesa è un principio già riconosciuto dalla nostra legislazione e la proporzionalità della difesa alla gravità dell’offesa, anche solo minacciata, è un’altra regola altrettanto accettabile e di buon senso. Quello che occorre rinforzare come principio legislativo è l’inviolabilità del domicilio e quindi per difendere tale concetto e tutelarlo concretamente sarebbe opportuno aumentare le pene per chi viola questa regola e nello stesso tempo tutelare maggiormente la parte più indifesa cioè chi subisce una aggressione in casa propria.

Questo non vuol dire essere liberi di farsi giustizia da soli ma solo di distinguere tra la posizione di chi si pone intenzionalmente come aggressore e chi subisce tale aggressione. 

Non è semplice fissare regole sempre valide per tutte le situazioni, quindi il giudizio di un magistrato che valuterà le responsabilità individuali di volta in volta sarà sempre necessaria.

Se vogliamo evitare che si giunga all’esasperazione di chi auspica la corsa alle armi per tutti, con le conseguenze deleterie che si possono constatare in paesi che hanno fatto questa scelta, si affronti con realismo e senza pregiudizi questo problema e si trovi il modo di tutelare maggiormente il cittadino comune il cui domicilio viene violato da malintenzionati.

La difesa dovrebbe sempre essere legittima. Non l’offesa e la vendetta.