Carcere di Alba, entro un mese il cronoprogramma per la riapertura

Dopo lo sgombero il 5 gennaio 2016, in seguito all’accertamento di 3 casi di legionellosi, per consentire la bonifica dell’impianto idrico e di condizionamento, con il successivo trasferimento di 122 detenuti ivi reclusi, si arricchisce di un nuovo capitolo la vicenda relativa al carcere Giuseppe Montalto di Alba, oggetto di un'interrogazione a risposta immediata nel question time di oggi, mercoledì 17 maggio, alla Camera dei Deputati.

Afferma il deputato albese Mariano Rabino, presidente di Scelta Civica: “Il 10 febbraio 2016, il Ministro della Giustizia Orlando, rispondendo ad altro atto di sindacato ispettivo, ha affermato che gli interventi di sanificazione erano stati inseriti dall’amministrazione penitenziaria nel programma triennale 2016-2018; il 15 luglio 2016, la Sottosegretaria di Stato per la Giustizia, rispondendo a una interpellanza, confermò lo stanziamento di 2 milioni di euro e la previsione formulata dal Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria che ipotizzava il completo recupero dell’istituto per la fine del 2017. Lo scorso 24 gennaio, quindi, da fonti di stampa, si è appreso che, secondo la direttrice del carcere Giuseppina Piscioneri, «l’intenzione pare essere quella di accelerare il più possibile l’apertura del reparto dei collaboratori di giustizia con 38 celle»; l’apertura anche parziale potrebbe comunque far rientrare parte del personale di Polizia penitenziaria attualmente in missione nei diversi istituti del distretto (Asti, Alessandria, Saluzzo). Non si hanno, tuttavia, dettagli su quali saranno le tempistiche di riapertura dell’intera struttura carceraria… Quando tornerà a essere pienamente operativo e quali saranno le fasi della riapertura del carcere di Alba?”.

Replica Andrea Orlando, Ministro della Giustizia: “Nel gennaio del 2106, presso la casa di reclusione di Alba, si sono verificati 3 episodi di contaminazione dal batterio della legionellosi. Questi reiterati episodi e l’adozione di misure urgenti prescritte dalla competente Azienda Sanitaria Locale hanno imposto la chiusura dell’istituto penitenziario quale condizione indispensabile per pianificare e avviare interventi strutturali risolutivi. L’intera popolazione detenuta è stata pertanto trasferita con modalità e destinazioni tali da non pregiudicare il percorso trattamentale già avviato. Quanto al personale dipendente, lo stesso è stato destinato temporaneamente presso istituti del territorio con servizi di mobilità a carico dell’amministrazione penitenziaria. Un esiguo numero ha continuato a svolgere le proprie mansioni presso l’istituto di Alba per le contingenti necessità della struttura, mentre coloro che avevano già avanzato richiesta di distacco verso istituti di altre regioni, hanno visto accolta la loro istanza. Tutti gli interventi di mobilità del personale sono stati disposti sulla base di criteri stabiliti in accordo con le rappresentanze sindacali.
Quanto agli interventi programmati e finanziati per provvedere alla riapertura dell’istituto penitenziario, il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, ripetutamente sollecitato in questi mesi, ha confermato lo stanziamento delle somme necessarie all’inserimento delle opere nel piano di edilizia penitenziaria per il triennio 2016-2018. Al pronto avvio delle valutazioni tecniche di fattibilità funzionale alla progettazione esecutiva ha fatto seguito, secondo quanto comunicato dal dipartimento, un costante impegno volto alla celere risoluzione delle problematiche di natura tecnica ostative alla riapertura.
Su sollecitazione dell’amministrazione centrale è stato dato impulso per la valutazione della riapertura anticipata del reparto di più recente costruzione: un immobile di 2 piani, con 22 camere detentive, che ha una capienza di 39 posti. A tal fine presso la predetta struttura sono state ultimate le opere di adeguamento e ripristino e sono stati effettuati 9 campionamenti di acqua. Si è, allo stato, in attesa dei risultati delle analisi di laboratorio dei campioni, indispensabili per la revoca del provvedimento di divieto di erogazione dell’acqua e dunque per consentire l’apertura del reparto. Il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha assicurato di avere ulteriormente sollecitato lo svolgimento delle predette analisi.
Quanto ai lavori programmati per la riapertura dell’intero complesso carcerario, trattasi di importanti opere strutturali sull’impianto idrico e di adeguamento dei servizi dei reparti degli ambienti detentivi in relazione alle quali non sono stati forniti elementi di aggiornamento in merito all’avanzamento dei relativi procedimenti.
Dedicherò la massima attenzione, come ho fatto in passato, affinché la definitiva riattivazione della casa di reclusione di Alba avvenga in tempi rapidi ed entro un mese sarà definito il calendario specifico”.

“Si tratta di un’operazione, come è noto, complessa – chiude l’on. Rabino –: grazie per l’assunzione dell’impegno da parte sua di arrivare, entro un mese, a un calendario preciso dei lavori. Naturalmente avremmo voluto che questo calendario fosse già manifesto e pronunciatamente pubblico. Sul tema c’è la preoccupazione per un verso nei confronti degli oltre 120 detenuti, riallocati in altre case circondariali, ma c’è anche il tema del personale di Polizia penitenziaria, che girovagano tra Saluzzo, Asti e Alessandria: questo crea molti disagi, oltre che costi in capo all’amministrazione giudiziaria. La invito insieme al Dap e alla sua Amministrazione centrale a individuare con celerità un cronoprogramma risolutivo e conclusivo, perché Alessandro Prandi, garante dei detenuti del carcere albese, Bruno Mellano, garante dei detenuti in Piemonte, insieme all’avvocato Roberto Ponzio, che tutela il personale operativo, e alcune persone che lavorano in carcere e vogliono bene a questa struttura, come Paolo Lorusso e Agostino Giuliano, quotidianamente ci sollecitano. Pertanto vorremmo si arrivasse a una soluzione la più tempestiva possibile”.