Asti, domani Enzo Restagno alla Biblioteca Astense

Domani, giovedì 11 maggio alle 21, nella Sala Colonne della Biblioteca Astense Giorgio Faletti, il Premio Asti d’Appello presenta il volume di Enzo Restagno La testa scambiata (Saggiatore, 2017).

L’autore e Alberto Sinigaglia parleranno di letteratura, arte e musica, temi consonanti con gli ambiti di interesse del Premio, che per questo motivo ha scelto di presentare il volume ai soci e a tutti i cittadini.

Il 5 giugno 1959, a Parigi, una piccola folla si raduna nel giardino accanto all’abbazia di Saint-Germain-des-Prés. Fra i presenti, Jean Cocteau: eccolo declamare versi in attesa dell’evento che tutti aspettano con trepidazione: oggi si inaugura il monumento che Pablo Picasso ha realizzato in onore di Guillaume Apollinare. All’appello, però, manca proprio Picasso, e con lui Dora Maar. Sono loro i protagonisti di questa storia. Dal 1918, anno in cui il suo fraterno amico Apollinare era morto, portato via dalla spagnola, l’astro di Picasso aveva iniziato a brillare di luce accecante: non c’era artista più acclamato di lui, in Europa e nel mondo. In quei quarant’anni aveva cambiato stili, case, amici, donne, ma il suo carattere era rimasto lo stesso: irriverente, sulfureo. E così la folla riunita a Saint-Germain, in quel pomeriggio di giugno, si trova davanti una testa in bronzo: bella, bellissima – come avrebbe potuto non esserlo? – e inequivocabilmente femminile. Eppure nessuno ebbe niente da ridire, e meno di tutti Dora Maar, che di quella testa fu la modella. Dora: la fotografa, l’amica dei surrealisti, la musa di Guernica che la brutalità di Picasso aveva trasformato nella “Femme qui pleure”, soggetto straziato della sua produzione a cavallo fra gli anni trenta e quaranta. La testa scambiata è la storia delle vicende che legarono questi artisti, amici, amanti; una storia in cui il più potente motore delle sorti umane, l’amore, è declinato in tutte le sue forme, dalle più lievi alle più torbide. Ma La testa scambiata è anche la storia dell’arte del Novecento vista attraverso la lente di chi quella storia l’ha tessuta: a raccontarcela è Enzo Restagno, profondo conoscitore degli intrecci infiniti e inestricabili che congiungono vita e arte. Girovagando per la Parigi che vide il genio di Picasso all’opera, osservando con acutezza le sue sculture e i suoi dipinti, Restagno racconta una fiaba moderna, che della fiaba ha i toni drammatici, il valore paradigmatico, ma non il lieto fine.

Enzo Restagno ha studiato musica e filosofia a Torino e a Vienna. Ha insegnato Storia della musica al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino per 37 anni. Ha svolto attività di critico musicale per quotidiani e periodici fra i quali “Stampa sera”, “La Repubblica”, “Le Monde de la Musique”, “Die Zeit”, “L’Espresso”. Ha realizzato trasmissioni radiofoniche e televisive per la RAI, Radio France, Westdeutsche Rundfunk, BBC. Ha tenuto conferenze e masterclass per istituzioni musicali e università in Europa, USA e Asia.

Nella sua attività di studioso si è rivolto con particolare attenzione alla musica moderna e contemporanea delle quali è considerato uno degli specialisti più eminenti a livello internazionale. I libri che ha dedicato a Luigi Nono, Luciano Berio, Hans Werner Henze, Elliott Carter, Ligeti, Xenakis, Petrassi, Donatoni, Sofia Gubaidulina, Alfred Schnittke, Steve Reich, Louis Andriessen, Peter Maxwell Davies, Arvo Paert sono stati spesso tradotti in varie lingue. Come riconoscimento di questa competenza le Edizioni Ricordi di Milano lo hanno nominato consulente artistico per le edizioni di musica contemporanea.
All’attività del didatta e dello studioso Enzo Restagno ha affiancato quella dell’organizzazione musicale per la quale nutre una speciale passione considerandola uno dei più elevati e straordinari strumenti di promozione sociale e culturale. Nel corso degli ultimi venticinque anni è stato consulente e direttore artistico dell’Orchestra Sinfonica dell’Emilia Romagna “Arturo Toscanini”, del festival internazionale del pianoforte “Arturo Benedetti Michelangeli” di Bergamo e Brescia, dell’Orchestra della RAI di Torino e, dal 1986 del festival “Torino Settembre Musica” che ha, nel giro di vent’anni, trasformato in una delle più grandi rassegne internazionali, culminata nel 2007 nella creazione di MITO SettembreMusica, che ha diretto fino al 2015.