Asti, Movimento 5 Stelle: “Flussi turistici in crescita ma occorre lavorare ancora”

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Massimo Cerruti, candidato sindaco ad Asti del Movimento 5 Stelle.

Cresce a due cifre, è vero, il turismo astigiano, ma incredibilmente non quello di Asti. L’analisi dei dati comunali, dal report 2016 della Regione Piemonte sui flussi turistici, evidenzia che le presenze in città sono state 107.901, con un incremento del 3,4% rispetto all’anno precedente, gli arrivi 46.547 incrementati del 4,9%. Se nell’analisi dei dati separiamo la città di Asti dall’astigiano, gli incrementi di quest’ultimo sono stati del 12,7% per le presenze e del 10% per gli arrivi.

Ciò che colpisce è anche l’entità dei flussi in città. Pensare che solo 46.000 persone dormano in una struttura ricettiva di Asti, per qualche giorno (2,3 dicono i dati,) è avvilente, ancor di più se si considera che i pernottamenti da lavoro sono inclusi nei totali forniti annualmente dall’Osservatorio turistico regionale del Piemonte. Di questi pochi turisti il 61% proviene dall’Italia con una presenza di stranieri nettamente sotto la media provinciale del 53%. Eppure in città sono disponibili, ed evidentemente spesso vuoti, circa 1.800 posti letto distribuiti in 90 strutture, dagli alberghi al piccolo B&B, con potenzialità almeno triple rispetto ad oggi.

Però ci augureremmo che i turisti che hanno preferito dormire tra le colline attorno ad Asti, e sono più di 100.000, siano venuti almeno a visitare la nostra città. L’unico dato che ci supporta per capire quanti sono stati i visitatori mordi e fuggi è quello dell’Osservatorio regionale della cultura che ci racconta, nel suo ultimo report, che i visitatori dei musei cittadini sono, anche loro, veramente pochi: 10.000 al Museo Civico di Sant’Anastasio e 21.000 a Palazzo Mazzetti, tanto per citare i due più visitati, e sicuramente non solo da turisti.

Eppure Asti possiede un patrimonio museale e monumentale, secondo in Piemonte solo a Torino, che, adeguatamente valorizzato e promosso, da solo potrebbe essere un grande attrattore. Bisogna ripartire e “fare rete” con altre città come Torino, promuovendo le eccellenze come il museo Paleontologico che ho visitato oggi.

E’ bello e giusto parlare di Monferrato, di colline Unesco o di turismo sportivo, ma se poi i turisti restano in Monferrato e nelle colline Unesco o vanno in bici nel casalese, Asti rischia di continuare a perdere l’opportunità che le spetta di essere città d’arte e di enogastronomia da visitare assolutamente. L’economia astigiana non può più permettersi di perdere l’opportunità di avere nel turismo un volano di crescita e deve puntare a raggiungere l’obiettivo regionale del 10% di incidenza del settore sul PIL locale. Asti oggi fatica ad arrivare al 3%.