Asti, focus con imprenditori sullo stato dell’agricoltura

Questo è un buon momento per l'agricoltura: ipotesi che ha bisogno di essere dimostrata.

Le statistiche parlano di un nuovo e vigoroso ritorno alla coltivazione da parte di nuovi figli della terra, di molti imprenditori agricoli arrivati da un’altra economia e da altre esperienze che hanno deciso di investire in un nuovo progetto legato alla agricoltura, alla coltivazione, all’allevamento e all’enologia.

Ma esistono anche i figli d’arte, che dai padri hanno appreso la passione per questo mestiere, decidendo di mettere a frutto un’esperienza figlia della tradizione e della famiglia, accantonando lauree e master.

È proprio su questi temi che si è sviluppato il primo focus destinato agli imprenditori agricoli nell’ambito di Eco2no2MIA, l’articolato progetto delle Acli e della Pastorale del Lavoro, coordinato dal Servizio Istruzione della Città di Asti, inserito in una linea di lavoro firmata da Regione Piemonte, che tratta di sostenibilità ambientale, green economy e green education.

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L’agricoltura rappresenta una risorsa ineludibile per il territorio astigiano, esprime automprenditoria, produzione e filiera ecocompatibili, presidio e ricadute sociali e occupazionali significative. Si rivela quindi un investimento “a buon fine”.
Ma è davvero così? Il primo focus, coordinato dalla formatrice Claudia Galetto, con la partecipazione di Elena Porro, della Direzione Ambiente, Governo e Tutela del Territorio della Regione Piemonte e di Stefano Aimone ricercatore di Ires Piemonte, ha visto la partecipazione di imprenditori del mondo dell’agricoltura locale nelle sue varie espressioni.

L’esperienza diretta di chi con l’agricoltura si è messo in gioco inventandosi sovente un nuovo lavoro e soprattutto una nuova vita, ha dato risposte concrete, dirette, replicando anche ai numeri e alle statistiche fatte spesso su aziende da grandi fatturati e non sui micro imprenditori.
Esperienze di vita positive, ma che hanno messo quasi sempre in luce “la solitudine” con cui l’imprenditore è costretto a fare i conti, complice la burocrazia,. scontrandosi anche con un nuovo modo di fare agricoltura, che significa commercio, mercati, marketing, conti, fatture. Un contadino 2.0 che, alla luce dei fatti può contare solo sulle proprie forze perché la manodopera, la manovalanza costano troppo e non sempre sono qualificate come la tradizione, il territorio e il mercato richiederebbero.

Ma forse l’agricoltura astigiana attuale più che di assiomi e domande ha bisogno di risposte concrete, di assistenza progettuale e commerciale per superare la questione economica e tornare all’unico progetto iniziale, la terra.

Prossimo focus, martedì 4 aprile, aperto a piste di lavoro praticabili. Nel titolo viene incontro la letteratura: “Tutti i territori felici si somigliano; ogni territorio è invece disgraziato a modo suo”.

Eco2no2MIA comprende il Seminario “Di quale conoscenza ha bisogno l’innovazione? L’agricoltura è una bella impresa”  in programma all’Istituto Agrario Penna, sabato 13 maggio, e tre incontri pubblici sui temi dell’economia civile (10-19-20 aprile).