Anche la Prefettura di Asti ha partecipato al Progetto “Why N.O.T”

In data 24 febbraio 2017, presso la Sala Multimediale della Regione Piemonte di Torino, si è svolta la cerimonia di consegna dei premi “Persona e Comunità” da parte del Centro Culturale Cultura e Società di Torino, il cui catalogo sarà disponibile a breve sul sito http://culturaesocieta.gsvision.it/ nella sezione Pubblicazioni 2017.

Il premio si pone la finalità di valorizzare i migliori progetti finalizzati allo sviluppo, al benessere ed alla cura della persona, realizzati dalle Pubbliche Amministrazioni e dal volontariato.

La Prefettura di Asti, Ufficio N.O.T. (Nucleo Operativo Tossicodipendenze), ha partecipato alla quarta edizione 2016 all’ interno della sezione “Apprendimento e Formazione” con il progetto “Why N.O.T.” che si è aggiudicato il quinto posto assoluto, con la seguente motivazione: “progetto innovativo rispetto al tema e alla metodologia adottata. Particolarmente positiva è la strategia di coinvolgimento dei giovani destinatari dell’intervento informativo effettuato con metodologie attive che li pongono al centro delle problematiche trattate”.
In occasione dei seminari di condivisione e apprendimento organizzati da Cultura e Società per la valorizzazione delle buone prassi, il progetto “Why N.O.T.?” sarà presentato in data 7 aprile p.v. a Genova, presso la Stanza della Poesia del Palazzo Ducale (Seminari – Programma Invito.pdf ).

Il progetto, giunto ormai alla sua quarta edizione, è rivolto agli studenti delle scuole superiori di Asti e provincia e trae spunto dall’operatività quotidiana del N.O.T., deputato a svolgere un colloquio con i ragazzi che vengono fermati per la detenzione di sostanze stupefacenti e a cui si applicano le sanzioni previste dal D.P.R. 309/1990.

Le assistenti sociali preposte all’Ufficio, Dott.ssa Patrizia Maria Binello e Dott.ssa Federica Zoin, hanno avuto modo di constatare, nel corso dei colloqui, la scarsa conoscenza legislativa dei ragazzi che, solo dopo la contestazione del fatto da parte delle forze dell’ordine, avviano un percorso di approfondimento e riflessione sulle conseguenze della loro violazione.

A completezza del quadro si aggiunge un dato importante: il consumo di sostanze, in primis hashish e marijuana, ha subito un incremento negli ultimi anni e soprattutto da parte dei giovanissimi (minorenni).

Sul territorio di Asti ciò ha comportato la necessità di adottare strategie integrate con il Ser.T. (Servizio per le Tossicodipendenze dell’ASL AT) per favorire la presa in carico degli utenti minorenni, perché essi non accedono ai servizi territoriali e non vivono come problematica la loro condotta, largamente accettata nel gruppo di pari.
Ma non basta: si ritiene infatti che, per un’efficace azione di prevenzione primaria, sia necessario che le istituzioni escano dalla loro autoreferenzialità per incontrare i ragazzi nelle scuole, al fine di aiutarli a riflettere su una condotta pericolosa prima che venga messa in atto.

Appare importante confrontarsi con loro, accogliere le loro curiosità, le loro perplessità e, perché no (why not?), anche le loro provocazioni, per ridurre le distanze e contestualmente fornire un’informazione esaustiva e corretta, ripulita da luoghi comuni e “leggende metropolitane”.
Inoltre il tema dibattuto può anche essere uno spunto per arrivare a trattare aspetti più ampi, sia individuali come l’autodeterminazione e la responsabilità personale, sia collettivi quali il rispetto della legalità e delle norme sociali.

METODOLOGIA E STRUMENTI :
Nel lavoro proposto ai ragazzi ci si ispira al confronto come strumento per suscitare un cambiamento. Si tratta di aumentare la percezione del rischio e dei problemi che comporta l’utilizzo di sostanze stupefacenti per insinuare un dubbio che possa determinare un’eventuale modifica della condotta.

Nella prima giornata viene proposta ai destinatari una sintetica esposizione frontale del quadro normativo ed un’attività grafico-creativa ed interattiva volta ad esplorare le emozioni e l’universo valoriale dei ragazzi, nonché le loro rappresentazioni degli adulti di riferimento e della società in genere. Il lavoro, svolto all’interno di un piccolo gruppo, viene poi restituito ed esplicitato al gruppo classe producendo scambi e confronti molto interessanti sull’argomento.

Nella seconda giornata formativa viene proposto ai ragazzi di simulare un colloquio in Prefettura attraverso la tecnica del role playing impersonando l’assistente sociale, il segnalato e i due genitori.

Da una parte l’esperienza di trovarsi nella situazione di aver commesso una violazione (anche se solo recitata) attiva una maggiore consapevolezza dei rischi e la necessità di ingegnarsi per trovare una via di uscita. L’esperienza invece di impersonare il ruolo del genitore e/o dell’operatore, che deve motivare il ragazzo ad astenersi dall’uso di sostanze, permette di comprendere un punto di vista diverso dal proprio relativizzando le proprie convinzioni.