Vino, i costumi tradizionali piemontesi rivivono sui vini della ‘Tenuta La Pergola’


Ogni bottiglia racconta una figura, un personaggio caratteristico della tradizione regionale

Considerata la fioritura di iniziative legate al Carnevale 2017, tuttavia, al di là delle consuete maschere, vi sono anche altri costumi tipici degni di menzione.

Da sempre la ‘Tenuta La Pergola’ accosta, ai consueti percorsi di degustazione del vino e di ottima cucina piemontese a Km 0, anche iter formativi testi a scandagliare, indagare e riproporre in veste attuale tutta una considerevole componente storica desunta dall’ampio bacino di tradizioni della cultura popolare piemontese.

Da qui l’idea, dalla ampia valenza semantica e semiologica, di riproporre, una per ciascuna tipologia di vino superiore, i personaggi e le figure tipiche della tradizione regionale censite in alcuni manuali e antiche stampe dell’800, al fine di conservarne la memoria, di renderla nota a chi vive oltreconfine: ma, soprattutto, di sottolineare con genuinità e schiettezza il forte radicamento e legame con il territorio che contraddistingue, sin dal lontano 1903, anno della sua fondazione, l’ultracentenaria cantina, nata e tuttora operante sui colli che declinano intorno a Cisterna D’Asti.
Ed ecco allora che figure del passato come il brentatore o mercato di vino, le contadine di varie località piemontesi (mondine comprese) le orfanelle, gli orfani dell’ospedale di carità, le venditrici di fiori, rivivono sui fianchi delle pregiate bottiglie marchiate ‘Tenuta La Pergola’, facendo bella mostra di sè sulle etichette, e impreziosendole con un tocco di classe che profuma d’antico.

Nell’era della globalizzazione, un modo sincero e immediato di affermare con forza l’appartenenza fondamentale al tema cardine della cosiddetta cultura delle radici: che è poi quella che nella vita fa la differenza. Anche nel vino.

Maurizio Scandurra