Rifiuti, graglia e vignale: proposta la questione pregiudiziale sul piano rifiuti per incostituzionalita’ del regime differenziato tra Torino e il resto del Piemonte

"Abbiamo proposto una questione pregiudiziale sul Piano Rifiuti della Giunta Chiamparino per possibile incostituzionalità". Ad annunciarlo durante i lavori della II Commissione del Consiglio regionale del Piemonte il vicecapogruppo di Forza Italia Franco Graglia e il consigliere Gian Luca Vignale.

Il nodo del contendere è il comma 3 dell’articolo 2 del suddetto Piano il quale ammette un duplice regime normativo per quanto attiene ai valori di produzione di rifiuti indifferenziati. Nello specifico il centrosinistra vorrebbe prevedere per il Comune di Torino, durante la prima fase di applicazione della nuova normativa, limiti inferiori  agli obiettivi imposti a tutte le altre realtà piemontesi.

La norma prevede infatti che la metropoli debba ridurre a 190 i chili prodotti al 2020 (obiettivo che tutto il resto del Piemonte dovrebbe centrare entro il 2018) e a 159 al 2022 (altrove è stabilito per il 2020).

Spiegano Graglia e Vignale: “Ad oggi il centrosinistra non ci ha fornito elementi sufficienti da giustificare tale differenziazione di trattamento. E’ evidente quindi che tale scelta possa apparire discriminatoria in quanto fissa obiettivi diversi che comportano sforzi economici diversi a carico sia dei Comuni sia dei cittadini rispetto alla Città”.
Aggiungono i due consiglieri di Forza Italia: “E’ chiaro che contrasteremo con tutte le nostre forze tale scelta, che consideriamo politicamente e normativamente inaccettabile. Organizzeremo incontri con la cittadinanza per denunciare una scelta incomprensibile sotto tutti i punti di vista, in particolare quello dell’impatto fiscale. I cittadini residenti in tutti i comuni piemontesi (salvo Torino) avranno l’obbligo di ridurre la produzione di rifiuti aumentando la percentuale di raccolta differenziata e -di conseguenza- aumentando il costo della “tassa rifiuti”.

Concludono Graglia e Vignale: “Il bello è che il centrosinistra – con il tacito accordo del M5S – tira dritto e ha deciso comunque di votare l’articolo in Commissione. Così facendo hanno sancito l’esistenza di cittadini di serie B cioè  quelli che non vivono a Torino.