Presentata a Torino la raccolta di disegni di Clemente Rovere “Viaggio nel Piemonte che fu”

Campanili, piazze, monumenti, scorci di città e soprattutto di piccoli borghi.

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Sono le “cartoline del Piemonte che fu”, nate dalla matita di Clemente Rovere, funzionario di Casa Savoia che nel corso dell’Ottocento percorse a piedi gran parte del territorio del regno per immortalare i luoghi più significativi con schizzi e disegni. Il risultato fu un’opera poderosa, ben 4mila tavole di oltre 600 località di cui una pregevole selezione in due volumi è stata ora pubblicata in Viaggio in Piemonte di paese in paese, da L’Artistica editrice con il contributo del Consiglio regionale e curata con la preziosa collaborazione degli studiosi della Deputazione subalpina di storia patria.

“Sfogliando la pubblicazione, il lettore può compiere un viaggio suggestivo nel Piemonte che fu, scoprendo i numerosi tesori artistici e naturalistici di cui è ricca la regione, riconoscendo alcuni luoghi, ammirandone altri oggi profondamente mutati, apprezzando spazi a quel tempo ancora incontaminati e il fascino di frazioni e località remote e può soprattutto riconoscere la bellezza “dei mille borghi e dei mille campanili” che rappresentano il tratto distintivo del Piemonte e dell’Italia tutta”, ha affermato la consigliera Angela Motta, componente dell’Ufficio di presidenza durante la presentazione dell’opera in Aula, il 1° febbraio.

“Con questa pubblicazione che parte dal lascito di disegni che Clemente Rovere diede alla Deputazione subalpina, abbiamo voluto offrire una significativa testimonianza del passato e un contributo alla divulgazione della storia dell’Ottocento”, ha commentato Gian Savino Pene Vidari, presidente della Deputazione subalpina di storia patria, mentre la coordinatrice della Deputazione, Patrizia Cancian, ha illustrato il lavoro di approfondimento storico svolto dal gruppo di studiosi da lei diretto per ciascuno dei disegni pubblicati.

“Benché ogni immagine realizzata riporti una data precisa, in realtà Rovere ci consegna una visione del Piemonte fuori dal tempo, quasi fiabesca, perché sceglie deliberatamente di raffigurare edifici e paesaggi ma quasi mai la figura umana”, ha infine raccontato lo storico e divulgatore Alessandro Barbero, illustrando alcuni disegni contenuti nella pubblicazione. “Di Rovere non conosciamo il volto, ma sicuramente poteva rappresentare un personaggio da romanzo dell’Ottocento. Appartenente alla piccola borghesia dell’epoca, scrivano della Real casa, per tutta la vita si dedicò all’impegno di disegnare il Piemonte e ci ha consegnato una piccola enciclopedia dei tanti comuni della nostra regione”.

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