La parola della settimana di Cesare Torta: Scorciatoie

Ci deve essere qualcosa che accomuna le tendenze politiche e sociali che maturano e si diffondono in tempi relativamente brevi in ogni parte del mondo.

Almeno nella prevalente porzione di mondo affine per sviluppo economico e culturale. Come accade per le tendenze nella moda, nella musica e nell’arte in genere, anche nel sentire politico non può essere un caso se in Gran Bretagna vince la Brexit, in America vince Trump e in tutta Europa i movimenti che ottengono i maggiori consensi sono quelli populisti, nazionalisti e anti sistema.

Partiamo dai dati di fatto. I partiti tradizionali (conservatori e progressisti) non sono stati in grado di dare risposte adeguate alla nuove grandi sfide che la globalizzazione dei mercati e lo strapotere della finanza hanno generato con il conseguente aumento delle diseguaglianze. I comportamenti della classe politica e delle èlite al potere sono stati spesso caratterizzati da scandali e corruttele varie. Ragion per cui si è creato un vasto sentimento di grande sfiducia e ribellione verso le classi politiche di governo, indipendentemente dal loro posizionamento ideologico tradizionale.

Chi ha saputo cogliere questi segnali prima degli altri non ha avuto bisogno di elaborare complessi programmi elettorali o abbracciare le ideologie del passato. E’ stato sufficiente presentarsi come alternativa al sistema nel suo complesso per ottenere consensi da una larga fascia di persone che hanno accumulato rabbia, delusione e sfiducia nelle istituzioni per troppo tempo.

Anziché fare lo sforzo di elaborare nuovi modelli di sviluppo in grado di contrastare l’egemonia del mercato come unico valore di riferimento globale, ad esempio con strategie e lotte comuni tra i movimenti politici progressisti di tutte le nazioni con l’obiettivo di difendere i diritti del lavoratori e dei consumatori, è stato più facile ricorrere alle scorciatoie.

Sono così nati i partiti del “mandiamoli tutti a casa”, “facciamo l’America ancora grande”. “riprendiamoci la sovranità nazionale”. Questi slogan hanno funzionato e funzioneranno ancora per qualche tempo finché il ferro è caldo. Quando poi si tratta di governare organizzazioni complesse come gli stati o i grandi comuni come quello di Roma possono emergere problemi dovuti alla mancanza di preparazione e di idee. In alcuni casi arrivano però risposte che rassicurano per il loro profondo spessore morale e culturale: “Er sinnaco de Roma nun se tocca!”