La parola della settimana di Cesare Torta: Scissione

Mai come in un momento come questo, fatto di cambiamenti epocali, di crisi della politica e dei partiti, intesa come distanza tra il sentire del popolo e i comportamenti della classe politica, c'è il bisogno di fermarsi a riflettere e di spendere tutte le energie disponibili per affrontare temi urgenti, gravi e complessi come quelli della globalizzazione, delle migrazioni e del lavoro.

Chissà quali sono i punti che compaiono sulle agende dei politici in questi giorni. Se prevalgono i problemi da risolvere oppure le strategie per conquistare o mantenere una fetta di potere! Sarebbe bello fare una verifica, istituire la giornata delle agende aperte e pubblicare una classifica degli argomenti più frequenti messi tra quelli di cui occuparsi.

A giudicare dalla cronaca di questi giorni sembra che a prevalere siano i temi organizzativi dei diversi gruppi politici: chi cerca nuove alleanze e fonda nuovi partiti e chi cerca di marcare le differenze e di separarsi dai compagni del proprio partito. Come accade nelle famiglie i conflitti insanabili e gli odi più aspri vengono riservati ai conviventi stretti piuttosto che agli estranei.

Nel caso del PD, il cui principale interesse del momento è la diatriba “scissione si/ scissione no” le ragioni del profondo disaccordo tra le due componenti ideologiche non possono essere solo quelle dichiarate, come la data del congresso o le diverse visioni politiche, espresse prevalentemente tramite slogan retorici (bandiera rossa, partigianeria…) Ci deve essere qualcosa di più profondo, un antico rancore covato in corpo per anni e anni di convivenza forzata. Proprio come quella di due coniugi che per qualche ragione sono obbligati a convivere ma sono a tutti gli affetti dei “separati in casa”.

E’ risaputo che uniti si vince ma pare sia molto più eccitante perdere separati. Anche in questo caso la strada più facile è quella della rottura. Mediare e trovare punti di accordo è molto più faticoso. Pur sapendo che un domani si dovrà comunque trovare alleanze e compromessi con gli odiati nemici ex compagni di partito.

Nel frattempo i problemi dell’Italia aspettano.