La parola della settimana di Cesare Torta: Ballottaggio

La Corte Costituzionale ha emesso l'attesa sentenza sulla legittimità della legge elettorale “Italicum”.

Come è noto il compito della Corte è quello di decidere sulla legittimità delle leggi con riferimento alla loro aderenza alla Costituzione e a dirimere eventuali conflitti di attribuzione di competenze tra Stato e Regioni.

Le caratteristiche principali della legge erano il premio di maggioranza al partito o coalizione che avesse raggiunto il 40% dei voti e il ballottaggio tra i primi due schieramenti risultati dalle elezioni al primo turno.

I dubbi di incostituzionalità erano ovviamente rivolti al premio di maggioranza assicurato al primo partito classificato in quanto questo meccanismo poteva avere un effetto distorcente della reale volontà degli elettori. Il meccanismo del ballottaggio, peraltro già in funzione per i Sindaci dei comuni, sembrava non costituire un ostacolo in contrasto alla Costituzione.

Il premio di maggioranza è stato mantenuto mentre il ballottaggio è stato bocciato. Sul primo aspetto non è ben chiaro quale possa essere la differenza di principio tra un livello del 37% (contenuto nella prima proposta di riforma elettorale) e uno del 40%. Se si considera che nell’attuale panorama delle forze politiche in campo nessuna pare in grado di raggiungere tale livello se ne deduce che la norma è destinata a rimanere inutilizzata e quindi ininfluente. Mentre il ballottaggio, che ha dato ampia prova di funzionalità nelle elezioni comunali e che avrebbe potuto rappresentare uno strumento efficace per garantire la governabilità è stato considerato incostituzionale.

Le motivazioni di tali decisioni saranno senza dubbio motivate esaurientemente dal massimo organo istituzionale previsto a tutelare il rispetto della Costituzione e quindi l’impressione di ingerenze politiche o di essere intervenuti sul merito della legge sarà smentita. L’effetto pratico di tale sentenza però sembra andare nella direzione della complicazione del sistema elettorale e nella difficoltà ad ottenere maggioranze omogenee che siano in grado di assicurare governi stabili.

1) Siamo sicuri che questo fosse l’intento dei Padri costituenti?
2) Possibile che sia così difficile copiare una legge elettorale che abbia già dato prova di funzionalità nei comuni in Italia e a livello statale negli altri stati europei?