La Cia di Asti chiede alla Regione un rapido intervento per ottenere lo Stato di calamità naturale

All’indomani della conta dei danni subiti dalle colture agricole dell’Astigiano a seguito delle esondazioni del Tanaro e dei torrenti Belbo e Bormida, la Cia di Asti ritiene che la sola possibilità di risarcimento e di recupero, a livello di reddito, di quanto perso nei giorni scorsi dalle tante aziende interessate dagli allagamenti, sia quello di esercitare una forte pressione unitaria sulle istituzioni affinché venga riconosciuto per le aree interessate lo “stato di calamità naturale”.

E’ pur vero – afferma il presidente provinciale della Cia, Alessandro Durando – che, come da qualcuno affermato in questi giorni, questo danno può essere risarcito nel caso in cui l’azienda interessata si sia a suo tempo assicurata, ma è questo un tipo di polizza che, proprio per la natura dell’evento, di tipo occasionale e scarsamente prevedibile in tempi lunghi, ben poche aziende – soprattutto quelle cerealicole, ortive e vivaistiche, hanno sottoscritto”. E’ quindi indispensabile – come peraltro affermato nei giorni scorsi dal Presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino – siano attivate tutte le procedure perché si ottenga a tempi brevi il riconoscimento dello stato di calamità naturale”.

“E’ dunque auspicabile – conclude Durando – che la Regione faccia la sua parte nella presentazione della richiesta al Governo e che apra celermente, da parte bsua, la Misura 5.2 del PSR che prevede la concessione di finanziamenti per il ripristino delle attività produttive, cosa che non sarà certamente in grado di rispondere esaustivamente alle esigenze delle aziende agricole danneggiate, ma  che potrebbe già dare un importante aiuto per poter riprendere la loro attività”.