Esportazioni piemontesi in calo, ma Asti è in crescita

Nei primi nove mesi del 2016 le esportazioni piemontesi hanno registrato una contrazione del 4,9% rispetto al dato evidenziato nello stesso periodo del 2015. Un quadro meno preoccupante arriva dalla provincia di Asti che evidenzia, in netta contrapposizione con il trend generale, un +8,2%.

Nei primi nove mesi del 2016 il valore delle esportazioni piemontesi si è attestato a 32,6 miliardi di euro, registrando una contrazione del 4,9% rispetto al dato evidenziato nello stesso periodo del 2015. A livello territoriale si rilevano performance differenziate.

La performance manifestata dalle esportazioni regionali è apparsa più debole rispetto a quella riscontrata a livello complessivo nazionale, (+0,5%).
La dinamica tendenziale dell’export nazionale nei primi nove mesi dell’anno è scaturita da andamenti differenziati registrati nei diversi territori della penisola. In particolare, si sono registrati incrementi delle vendite oltre confine sia nell’Italia meridionale (+10,6%) che in quella nord-orientale e centrale (+1,5% per entrambe). Cali delle esportazioni, invece, hanno contraddistinto l’Italia insulare (-21,3%) e quella nord-occidentale (-0,8%).
Nonostante il risultato negativo registrato nel periodo gennaio-settembre 2016, il Piemonte si è confermato, la quarta regione esportatrice, con una quota del 10,6% delle esportazioni complessive nazionali (incidenza in diminuzione rispetto a quella rilevata nello stesso periodo del 2015, quando era pari all’11,1%). Tra le principali regioni esportatrici, il Piemonte è stata quella che ha realizzato il risultato peggiore. La Lombardia e il Veneto hanno manifestato variazioni positive di debole entità (rispettivamente +0,4% e +0,7%), mentre risulta maggiore il contributo alla crescita delle esportazioni nazionali fornito dall’Emilia Romagna (+1,5%).

“Le vendite all’estero delle nostre aziende nei primi 9 mesi dell’anno registrano una flessione che purtroppo conferma l’andamento negativo già rilevato nel primo semestre, sebbene mitigandolo grazie alla modesta crescita del III trimestre. Il nostro territorio sconta ancora una volta la fase di stallo del comparto automotive, insieme al calo delle vendite sui mercati extra-Ue, solo debolmente contrastato da una lieve crescita sul fronte interno europeo. Bisogna continuare a lavorare a fianco delle imprese per migliorare il posizionamento del Piemonte sul mercato globale: purtroppo il Decreto Legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 25 novembre ha escluso dai nostri compiti le attività promozionali direttamente rivolte all’estero, limitando fortemente la nostra azione e compromettendo così le peformance delle nostre imprese oltreconfine. Il Sistema camerale continuerà comunque, sebbene con forze dimezzate, a fornire supporto organizzativo e di assistenza alle Pmi per la preparazione ai mercati internazionali, in stretto raccordo con gli altri attori economici e istituzionali locali” commenta Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte.

EXPORT PIEMONTESE

Valutando le singole performance trimestrali, si osserva come la contrazione delle vendite regionali all’estero si sia ridotta nel corso della seconda parte dell’anno: alle variazioni negative del -7,1% e del -7,9% registrate rispettivamente nel I e nel II trimestre del 2016, è seguita infatti una crescita tendenziale dello 0,8% nel periodo luglio-settembre 2016, risultato che tuttavia ha solo parzialmente attenuato le contrazioni di inizio anno.

Nei primi nove mesi del 2016 le esportazioni piemontesi hanno evidenziato una battuta d’arresto in quasi tutti i principali comparti di specializzazione della regione. In particolare, la flessione più sostenuta è stata accusata dai mezzi di trasporto, che da soli generano poco meno di un quarto delle vendite oltre confine regionali. Il settore ha segnato, nel periodo gennaio-settembre 2016, un calo dell’export del 14,7%, dovuto principalmente alla flessione delle vendite all’estero di autovetture, mentre una performance più brillante è stata realizzata dalla componentistica autoveicolare. In calo anche la nautica e il ferro tranviario, mentre una sostanziale stabilità ha caratterizzato le esportazioni dell’aerospazio.
La meccanica, secondo comparto delle esportazioni regionali con il 18,7% delle vendite oltre confine, ha subìto un calo 3,0%. L’alimentare invece, terzo settore con un peso di poco inferiore al 10%, è stato uno dei pochi comparti di specializzazione a realizzare una crescita rispetto allo stesso periodo del 2015 (+1,5%). In negativo l’export del tessile (-1,1%), dei metalli (-1,6%) e della gomma plastica (-0,3%).

Per quanto riguarda i mercati di sbocco, nei primi 9 mesi del 2016 il bacino dell’Ue 28 ha attratto il 58,4% dell’export regionale, un peso superiore rispetto all’analogo periodo del 2015 (54,5%). Parallelamente, la quota di export indirizzata ai mercati extra-Ue 28 si è attestata al 41,6%, contro il 45,5% registrato nel periodo gennaio-settembre 2015.
Complessivamente, le esportazioni verso i mercati comunitari sono cresciute dell’1,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un contributo importante è arrivato dalla Germania, primo partner commerciale della regione, che ha incrementato gli acquisti dal Piemonte del 4,0%. In aumento anche le esportazioni verso la Francia (+1,1%), la Spagna (+1,6%), il Belgio (+6,9%) e i Paesi Bassi (+15,8%). In calo, invece, le vendite dirette nel Regno Unito (-2,8%) e in Polonia (-3,6%).
La consistente contrazione delle esportazioni verso i Paesi extra-Ue 28 (-12,9%) è stata il frutto delle diminuzioni registrate in molti dei principali mercati dell’area. Il calo più consistente ha riguardato gli Stati Uniti (-34,8%), dinamica collegata a livello settoriale alla contrazione delle esportazioni di mezzi di trasporto.
In diminuzione anche l’export verso la Svizzera (-16,3%) e il Brasile (-22,9%). Positive, invece, le dinamiche realizzate dalle esportazioni piemontesi verso la Turchia (17,9%) e la Cina (+5,8%).

A livello territoriale si rilevano performance differenziate.
Al calo del capoluogo regionale (-8,9%), cui si accompagnano i risultati negativi del Verbano Cusio Ossola (-5,9%), di Cuneo (-3,0%) e Alessandria (-2,3%), si contrappongono i trend di crescita evidenziati da Asti (+8,2%), Biella (+2,7%) e Vercelli (+0,9%) e la stabilità manifestata da Novara (+0,1%).