Coldiretti Piemonte: la vera Nocciola della Langhe va difesa

In una fase economica favorevole per il comparto corilicolo, che ha visto aumentare la produzione sul territorio piemontese come possibile risposta alla crisi di altre produzioni, è quanto mai necessario attivare tutte le forme possibili di dialogo e di confronto per difendere la vera nocciola da sempre conosciuta come «Tonda gentile delle Langhe», prodotta e storicamente coltivata in Piemonte.

A questo nome storico, «Tonda gentile delle Langhe», però, i produttori piemontesi avevano dovuto rinunciare due anni fa per rispettare un regolamento comunitario che vieta l’utilizzo di nomi geografici per denominare la varietà, dovendo individuare altre denominazioni che riportassero al concetto di Piemonte. Ora a livello ministeriale è stato approvato il Registro nazionale delle varietà di piante da frutto in cui, tra le tipologie di nocciola, è stata iscritta ufficialmente la «Tonda gentile delle Langhe». Tale inserimento consente in questo modo l’uso del nome anche su altri territori ed altre nazioni.

“Usare il nome che evoca una precisa area geografica in realtà diverse, in termini territoriali, può solo generare confusione e danni. La nocciola è uno dei nostri beni più preziosi – afferma Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte – e una delle maggiori risorse economiche piemontesi che dobbiamo continuare a tutelare. I numeri, infatti, parlano chiaro: nella nostra regione, in particolare nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo, la superficie complessiva coltivata è di circa 18 mila ettari di cui 15 mila sono impianti attivi. La produzione totale è di oltre 200 mila quintali e la corilicoltura si sta sviluppando anche nel torinese e nel nord Piemonte”.

“Difendere il nostro territorio e le imprese che ci hanno creduto ed investito è il nostro obiettivo – sottolinea Bruno Rivarossa Delegato Confederale – Si tratta anche di far chiarezza nei confronti dei consumatori che si ritroverebbero sul mercato nocciole dal nome fuorviante rispetto alla loro reale provenienza. E’ necessario, dunque, arrivare al più presto ad una soluzione al fine di non creare danni economici e di immagine agli imprenditori del comparto”.