Coldiretti Asti: l’I.G.P. della carne Piemontese è servita

E’ stato finalmente ottenuto il riconoscimento I.G.P. per la carne di “Vitelloni Piemontesi della coscia”, fortemente sostenuto dagli allevatori di Coldiretti da quando è stato avviato l’iter nel 2009.

Lo rende noto Coldiretti stessa, evidenziando l’importanza della tutela comunitaria avvenuta con la pubblicazione della domanda di registrazione nella Gazzetta Ufficiale UE serie C del 23 dicembre 2016. “Per la più importante razza bovina da carne italiana per consistenza numerica si aprono ora straordinarie occasioni di valorizzazione e di tutela”, ha affermato il presidente nazionale Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel sottolineare che “il riconoscimento di uno straordinario patrimonio del Made in Italy, le cui qualità sono conosciute ed apprezzate in tutto il mondo, è stato ottenuto grazie all’ impegno della Regione, del Ministero delle Politiche Agricole e della Commissione Europea”.

“Possiamo finalmente celebrare un evento atteso da molti anni – evidenzia Roberto Cabiale, presidente Coldiretti Asti -, i nostri allevatori hanno da sempre sentito la necessità di una denominazione, sia per la radicata tradizione tramandata di generazione in generazione, sia per l’effettiva consistenza economica di questo settore. Non dimentichiamo che, nella provincia di Asti, il valore della produzione derivato dall’allevamento della razza bovina piemontese è secondo solamente al vino e stacca nettamente la cerealicoltura che, negli anni, in molti casi, è diventata un mero supporto proprio per le stalle”.

Non viene dunque solo difesa una tradizione alimentare unica come la vera “battuta al coltello” ma anche tutelato un patrimonio unico del Made in Italy dal punto di vista della biodiversità, dell’ambiente e dell’economia. “D’altra parte oggi nell’Astigiano si contano ancora 400 allevamenti bovini di razza piemontese, per un totale di oltre 20.000 capi – ci spiega Franco Serra, presidente della sezione astigiana dell’Associazione Regionale Allevatori, Arap -. Sicuramente l’Igp andrà a vantaggio di tutta la razza e beneficerà anche tutto l’indotto, dalle macellerie al turismo gastronomico”.

L’allevamento della Piemontese ha una presenza centenaria, rilevata per la prima volta nel 1886. Il carattere «della coscia», che contraddistingue questi soggetti, dipende dall’azione di uno specifico gene che in virtù di tale mutazione specifica non è più in grado di esercitare la sua funzione regolatrice sulla produzione di miostatina, determinando così uno straordinario sviluppo muscolare, particolarmente visibile sui quarti posteriori dei «Vitelloni Piemontesi della coscia». Le caratteristiche organolettiche della carne, sono molto apprezzate dai consumatori per il ridottissimo contenuto in lipidi, l’elevato contenuto in proteine, il colore dal rosato al rosso chiaro brillante.

L’Indicazione Geografica Protetta «Vitelloni Piemontesi della coscia» è riservata alle carni ottenute dalla macellazione di bovini maschi e femmine di razza Piemontese iscritti al relativo Libro Genealogico o figli di genitori entrambi iscritti al Libro Genealogico, di età superiore a 12 mesi, allevati e ingrassati, dallo svezzamento alla macellazione, nella zona di produzione che riguarda le province di Alessandria, Asti, Cuneo e Torino ed alcuni comuni della provincia di Biella, Novara e Vercelli, mentre in Liguria sono interessati alcuni comuni della provincia di Savona e di Imperia.

La carne sarà riconoscibile – conclude la Coldiretti – dall’etichetta che contiene la denominazione «Vitelloni Piemontesi della coscia», il logo della denominazione, la dicitura «Indicazione Geografica Protetta» anche abbreviata I.G.P. e il simbolo dell’Unione europea. In etichetta dovrà essere riportata la denominazione di vendita «bovino adulto» prevista dalla normativa nazionale vigente.