Regione Piemonte, Saitta: “necessaria una legge nazionale per le vaccianzioni pediatriche”

L’assessore alla sanità della Regione Piemonte interviene sul dibattito di questi giorni e sulla decisione di alcune Regioni di introdurre l’obbligo di vaccinazione per i bimbi che si iscrivono all’asilo nido.

E’ indubbio che occorra una riflessione seria su un tema che coinvolge le famiglie e la salute dei loro figli.

Purtroppo, negli ultimi anni, si è diffuso un ingiustificato allarmismo sui presunti effetti negativi di alcune vaccinazioni, senza che vi sia nessuna evidenza scientifica. Un fenomeno alimentato dal web e dai social network che disorienta molte famiglie e rischia di portare alla ricomparsa di malattie che erano ormai quasi debellate.

Su questo occorre una risposta che passa attraverso una corretta informazione alla popolazione ed una costante sensibilizzazione culturale, anche con il coinvolgimento degli operatori sanitari, medici e pediatri.

Per estendere la copertura vaccinale, più che iniziative sporadiche ed in ordine sparso di singole Regioni il cui unico effetto è creare differenze tra una zona e l’altra dell’Italia, è necessario che vi sia una regolamentazione omogenea ed uniforme in tutto il territorio.

L’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, anche nel suo ruolo istituzionale di coordinatore degli assessori regionali, si rivolge al ministro della Sanità perché valuti la possibilità di promuovere un’iniziativa legislativa nazionale sull’obbligo di vaccinazione.

In Piemonte la situazione della copertura vaccinale è migliore che nelle altre regioni, anche se in generale le coperture vaccinali piemontesi mostrano un decremento, evidente già a partire dall’anno 2014, ma ancora più marcato nell’ultimo anno.

Nel 2015, per quanto riguarda il ciclo di base: difterite, tetano, pertosse, polio, epatite B, haemophilus influenzae B (Hib), il 95% di copertura (che è l’obiettivo) è stato superato solo dalla vaccinazione contro la polio e da quella contro il tetano, mentre la vaccinazione contro l’Hib ha raggiunto il 93,8% di copertura.

Discorso a parte merita la vaccinazione contro morbillo-parotite-rosolia (MPR), nei confronti della quale il 95% di copertura non è mai stato raggiunto; la copertura vaccinale più elevata si è raggiunta negli anni 2009 e 2010 (93%), fino a scendere all’89% nel 2015.

Visto il calo di copertura registrato negli ultimi anni, oltre alle attività di formazione e informazione che già si stanno facendo, la Regione ha assegnato ai direttori generali delle Aziende sanitarie, tra gli obiettivi economici-gestionali, di salute e di funzionamento dei servizi, anche il raggiungimento di coperture vaccinali pari o superiori al 95% per il ciclo di base e per MPR nei nuovi nati, calcolate a 24 mesi di età.[1]