Grande successo per l’incontro formativo con Asti “Ali e Radici – Astigiani nel Mondo” al CPIA ASTI

Grande partecipazione di pubblico all’ultimo incontro formativo per docenti e professionisti con Asti “Ali e Radici – Astigiani nel Mondo” al CPIA ASTI, Centro Provinciale Istruzione Adulti.

Cibo e rito hanno degli elementi in comune? A questo argomento hanno portato il loro contributo due illustri relatori astigiani, che da molti anni si dedicano a studiare queste tematiche in senso antropologico, culturale e medico-scientifico: Piercarlo Grimaldi, Rettore dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (CN) e Giorgio Calabrese, Docente di Alimentazione e Nutrizione Umana dell’Università degli Studi di Torino.

Vero è che l’abitudine al consumo fa sì che un piatto diventi tipico e, se da un lato appaga il gusto, costruito e modellato sulla consuetudine, dall’altro, su un piano simbolico, finisce in molti casi per trasformarsi in una specie di marchio d’identità, creando delle identificazioni “etniche”. Il cibo, dunque, diventa rito nel momento in cui assume valore nel territorio in cui viene prodotto. Nella pianta o nella terra che lo generano, vive una spiritualità e un patrimonio che derivano dal nostro passato storico.

Le abitudini alimentari finiscono per creare dei gruppi di appartenenza; in altri casi è il gruppo stesso a fare di un piatto o di una bevanda un elemento di orgoglio e di identificazione: ad esempio lo champagne è diventato un marchio nazionale francese; il cous-cous è il simbolo del mondo arabo; la pizza e gli spaghetti sono emblemi di italianità. Ci si identifica per ciò che si mangia e ci si distingue per ciò che non si mangia.

Ricorda Grimaldi: “Ma è anche importante tramandare le proprie tradizioni di appartenenza ed ecco che interviene il progetto “Granai della Memoria”: un ambizioso percorso scientifico e didattico che ha come scopo di raccogliere e comunicare in video le memorie del mondo contadino attraverso un complesso archivio multimediale. Nelle interviste raccolte in Italia e all’estero, si riportano testimonianze di contadini, operai, artigiani, imprenditori e partigiani.”

Sempre Grimaldi afferma: “Oggi la cultura della tradizione sembra essere in pericolo, minacciata da un mondo che ricerca disperatamente l’oblio del passato. Occorre risvegliare le coscienze sopite da un sistema informativo egemonico che vuole progettare il futuro senza renderci partecipi. E’ importante dunque raccogliere le testimonianze delle comunità rurali per evitare che vadano disperse. Un tempo c’era la memoria orale a garantire la trasmissione di questo patrimonio. Oggi servono dei veri e propri granai per combattere la carestia di idee, per contrastare la cultura dominante e omologata.”

“Il cibo è sempre stato un grande viaggiatore”, afferma Calabrese: “si pensi a come si è modificata l’alimentazione europea dopo il ritorno di Colombo dalle Americhe. Prodotti come la patata o il pomodoro, considerati quasi banali per la frequenza con cui li mangiamo, erano sconosciuti in Europa. In Italia abbiamo la fortuna di produrre tutti gli alimenti che ci servono per un’alimentazione completa e sana e la “dieta mediterranea”, di cui siamo esportatori in tutto il mondo, rappresenta senza dubbio la migliore proposta per garantire la longevità e la qualità della vita.”

A moderare l’incontro è intervenuto Beppe Rovera, giornalista Rai, storico curatore di “Ambiente Italia”. L’evento si è poi concluso con i saluti degli organizzatori: Palmina Stanga, Dirigente Scolastico Cpia Asti, Manuela Bocco Ghibaudi e Guido Sodano, “Asti Ali e Radici – Astigiani nel Mondo” e con un buffet etnico a base di cous cous, kebab, barbera e succo d’uva. Accogliendo la proposta dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Asti, sono state raccolte, inoltre, offerte a favore di un Istituto Comprensivo di Norcia, colpito dal terremoto.