Asti: Comdata, c’è incertezza per il futuro dell’azienda

Non sarà un avvicinamento alle Feste sereno per i 680 dipendenti di Comdata, l'azienda di via Guerra che è un importante polo produttivo astigiano.

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L’azienda, nel settembre scorso aveva chiesto la FIS, sorta di cassa integrazione per il settore terziario per circa 400 dipendenti, quindi due terzi del proprio organico, coinvolti nella gestione delle pratiche ENI Credito, GED ed Edison. La decurtazione contrattuale è stata di circa il 20% per ogni giorno di cassa, che è andata a pesare soprattutto per le tasche dei dipendenti part-time.

Una misura straordinaria che però scadrà il prossimo 3 dicembre: se le cose non dovessero cambiare per tale data, c’è il rischio concreto che l’azienda, costretta dal calo delle commesse, possa prendere in considerazione la proroga della cassa integrazione, oppure addirittura di un ridimensionamento della propria struttura.

Per Asti questa ipotesi sarebbe a dir poco drammatica, visto che l’azienda, che già per la sua collocazione si trova ad operare in condizioni ambientali difficili ed è stata più volte al centro di polemiche vista la vicinanza ai roghi dei campi nomadi, occupa principalmente giovani che si troverebbero così rigettati nel precariato.

Alessandro Franco

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