Nursing Up: “Mobilità? L’assessore sa che esiste un accordo firmato da cinque anni che non è mai stato utilizzato?”

“Vorremmo ricordare all’assessore Saitta che, per quanto riguarda gli infermieri, esiste un accordo firmato già cinque anni fa, quando assessore era Paolo Monferino e si parlava delle federazioni sanitarie – concetto identico alle attuali aziende di riferimento -, che prevede lo spostamento all’interno della stessa azienda degli infermieri in un raggio di 50 chilometri.

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Un accordo chiaro, che basta applicare, visto che esiste, ma nessuno ha mai utilizzato. Noi non abbiamo alcuna paura a pronunciare la parola: “mobilità”. L’assessorato, però, la deve smettere di provare a gettare ‘fumo negli occhi’ alle persone per distogliere l’attenzione dalla sbagliata decisione di aumentare gli stipendi ai direttori generali, quando tutti tirano la cinghia”.

Lo ha dichiarato oggi Claudio Delli Carri, segretario regionale del Nursing Up, il sindacato degli infermieri, replicando alle dichiarazioni riportate dagli organi di stampa in cui dall’assessorato pare arrivare l’ennesimo attacco agli infermieri, sul tema, ora della mobilità.

“Spero che l’assessore sappia che quell’accordo, firmato, è valido – aggiunge Delli Carri -. Se si vuole ricorrere a una riorganizzazione con degli spostamenti, basta individuare le necessità, in base agli accordi, ridestinando e bilanciando le forze all’interno di un’azienda. Eventualmente, e solo dopo, si può pensare a soluzioni attigue all’azienda. In ultimo si può pensare a soluzioni regionali. Anche se onestamente vedo molto arduo che un infermiere impiegato, ad esempio, a Mondovì, dove ha casa e famiglia, di punto in bianco vada a lavorare a Verbania, a 250 chilometri, e lo faccia tutti i giorni.
È, dunque, perfettamente inutile che l’assessore cerchi di attaccarci con accuse sibilline. Se non ritiene che l’accordo in vigore sia corretto, lo dica, ci riconvochi e ne discuteremo. Altrimenti utilizzi la normativa vigente. Se non la conosce, lui o chi per lui, si aggiorni”.

“Non capiamo il comportamento di un assessore – conclude Delli Carri – che prima cerca di annunciare 2600 assunzioni di “dipendenti”, che alla realtà dei fatti negli ospedali non si sono viste. Poi pare accusare le parti di non voler parlare di mobilità, minacciando piani di spostamento, quando invece esiste un preciso accordo in merito. Il tutto, forse, solo per coprire decisioni non condivisibili come quella sullo stipendio dei manager. Non vorremmo che si trattasse di azioni volte a screditare agli occhi dell’opinione pubblica una categoria, come quella degli infermieri, che è il motore trainante della nostra sanità, solo perché abbiamo osato protestare per l’aumento degli stipendi dei manager. Non è certo a questo modo che si fa il bene della sanità piemontese”.

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