La Cia porta ad Asti “Il territorio come destino”. Puntare sul paesaggio rurale che vale 10 miliardi l’anno

“Il territorio come destino” arriva nella città di Asti.

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Il manifesto programmatico della Cia-Agricoltori Italiani per la costruzione di un modello economico, sociale e produttivo sostenibile segna una nuova tappa del suo percorso nei territori italiani per declinarsi a livello locale e “riempirsi” di nuove idee. Ma sempre con un unico obiettivo: dimostrare che gli agricoltori devono essere più protagonisti della crescita del Paese, perché sono in grado di innescare processi integrati con l’ambiente, il turismo, la cultura, il welfare.

E ad Asti, al Polo Universitario, circondati dai paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato dichiarati patrimonio dell’umanità dall’Unesco, il focus dell’incontro non poteva che vertere proprio sulle “Proposte e percorsi di valorizzazione del territorio rurale italiano e astigiano”. Partendo da un assunto fondamentale: il paesaggio agricolo è un patrimonio, non solo estetico ma economico. Tra il turismo rurale e l’indotto legato all’enogastronomia tipica, infatti, le campagne italiane “valgono” più di 10 miliardi di euro l’anno.

Nonostante questo però, secondo la Cia, la risorsa paesaggio è tuttora trascurata e a rischio, “attaccata” dall’avanzata di cemento, incuria e degrado. Un processo costante che ha cancellato 2 milioni di ettari di territorio agricolo e rurale negli ultimi vent’anni, con effetti anche sulla tenuta idrogeologica del Paese.

“Ogni giorno in Italia si cementificano 55 ettari di suolo, compromettendo in questo modo l’integrità di paesaggi e scenari unici, plasmati nel tempo dall’attività agricola e motivo d’attrazione per i turisti sempre più numerosi”, ha detto il presidente nazionale della Cia Dino Scanavino nel corso dell’iniziativa, a cui hanno preso parte tra gli altri l’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero e il sindaco di Asti Fabrizio Brignolo. “Il paesaggio rurale è una componente essenziale dell’identità del nostro Paese -ha spiegato Scanavino- e una fonte di ricchezza incredibile, legata anche al giro d’affari delle produzioni e dei vini certificati, strettamente connessi al territorio d’origine, come il Barbera o il Moscato ad Asti”.

Anche per questo la Cia ha scelto lo slogan “Il territorio come destino”. Pianificare la salvaguardia del paesaggio oggi è un imperativo. Gli agricoltori chiedono di fermare lo scempio di questo “capitale verde” e lo fanno perché presidiano, mantengono e difendono il territorio. “L’Unesco, dichiarando i paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato patrimonio dell’umanità, ha premiato il valore naturalistico, storico e tipico di un territorio che è inimitabile, grazie a un’agricoltura attenta, ricca di tradizioni e di storia -ha aggiunto Scanavino-. Questo valore aggiunto deve essere sfruttato appieno ed esteso a tutte le altre realtà”.

Ecco perché, giungendo alle proposte, per la Cia diventa fondamentale lavorare a buone strategie per il paesaggio per costruire reali Piani Strategici Territoriali siano essi “paesaggistici o di sviluppo rurale”, indirizzando risorse anche comunitarie e concorrendo allo sviluppo di strumenti innovativi, come la certificazione nella gestione del paesaggio quale elemento “promozionale” che abbina anche la qualità dei prodotti tramite la quotidianità del lavoro delle imprese agricole.

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