Il Cerchio magico: La giornata delle bambine

L’11 ottobre scorso in tutto il mondo si è celebrata la giornata mondiale delle bambine ed è stata l’occasione per ritrovarsi davanti, tutti insieme, i dati sulle condizioni in cui vivono le bambine del mondo.

Essere una bambina è ancora oggi estremamente difficile in molti paesi: per il dramma delle spose bambine (secondo dati di Save the children ogni sette secondi nel mondo una bambina viene data in sposa), gli abusi fisici e psichici, la tratta e la prostituzione, l’impossibilità di accedere all’educazione. Sono in particolare i paesi africani e asiatici (Niger e India in testa) a presentare i maggiori problemi, ma anche nel mondo occidentale le bambine e le ragazze sono spesso svantaggiate perché educate fin da piccole a sminuire le proprie capacità e i propri desideri in nome di una visione della donna oggetto che ancora non si è riusciti a superare. È recente la pubblicazione dello studio annuale dell’associazione inglese girlguiding (simile all’esperienza scout) sulla percezione del corpo, per il quale solo il 61% delle ragazze tra i 7 e i 21 anni  intervistate ha dichiarato di essere contenta del proprio aspetto, segno di un disagio crescente dovuto alla consapevolezza di venire sistematicamente giudicate in base all’apparenza.

 D’altronde è esperienza comune che, superati i primi mesi o il primo anno nei quali tutti i bambini vengono vezzeggiati con complimenti relativi alla bellezza, poi i maschietti iniziano a riceverefeedback che riguardano ciò che sanno fare, la loro forza o abilità, mentre le bambine continuano sistematicamente a essere richiamate (nel bene e nel male) al proprio aspetto fisico. D’altronde anche gran parte della proposta di giocattoli per le bambine in età prescolare afferisce al mondo della bellezza: trucchi, accessori, coroncine e tutù.

Senza nemmeno rendercene conto stiamo rovesciando addosso alle nostre bambine aspettative pesantissime riguardo al proprio corpo con conseguenze a lungo termine non difficili da immaginare: depressione, ansia, problemi alimentari; dimenticando per di più di valorizzarne le potenzialità in altri campi, più decisivi per la vita adulta, come lo studio, le relazioni sociali, le abilità pratiche. Non lo facciamo certo apposta, siamo noi madri le prime vittime di questa situazione e non è facile prenderne coscienza e cercare strade alternative, ma è urgente perché le nostre bambine hanno il diritto di uscire dalla gabbia di un corpo oggettivato e manipolato ed essere pienamente protagoniste del proprio futuro. Abbiamo tante donne eccezionali da far loro conoscere: Malala, JoCox, Aung San SuuKyi e tante altre; le loro storie meritano di essere messe davanti alle nostre bimbe per rinforzare la fiducia in se stesse e nella possibilità di cambiare qualcosa intorno a loro.

A suo modo anche il mondo dell’animazione ci viene in aiuto, in particolare la Disney da diversi anni ormai lavora per costruire eroine forti e decise, anche se va detto che l’aspetto fisico nelle cosiddette “principesse disney” è sempre in primo piano e diventa addirittura preponderante nella fase di merchandising che segue le uscite dei film, per cui lo strumento va bene, ma va utilizzato con attenzione. Siamo noi educatori delle bambine, famiglia e scuola in primis, a poter correre ai ripari e dobbiamo farlo, iniziando semplicemente con il fare loro complimenti che le riguardino come persone e non per il loro aspetto… con il tempo questo piccolo seme porterà i suoi frutti.

Paola Lazzarini

 

{loadmodule mod_banners,Rubrica realizzata con il patrocinio di}