Fiumi piemontesi senz’acqua, Legambiente: “La Regione cancelli deroghe anacronistiche”

Alla fine di una stagione estiva che ancora una volta ha visto i corsi d'acqua del Piemonte versare in uno stato di criticità ecologica, con situazioni di asciutta totale in interi tratti di fiume, Legambiente si rivolge alla Regione per mettere la parola fine alla deroga che dal 2007 permette alle captazioni irrigue di rispettare soltanto per un terzo le norme sul Deflusso Minimo Vitale.

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“Chiediamo alla Regione di cancellare al più presto la deroga anacronistica che prevede l’applicazione nel periodo estivo di un deflusso minimo vitale ridotto a un terzo del valore standard. A nostro parere è totalmente immotivato il perdurare di tale deroga originariamente prevista solo ‘nelle more del completamento delle azioni volte al riequilibrio del bilancio idrico’, ed è quindi necessaria e urgente la modifica dell’articolo 9 del regolamento regionale –dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Per evitare di dover assistere anche la prossima estate al triste spettacolo dei nostri fiumi in secca chiediamo alla Regione di fare la sua parte avviando un ragionamento ampio sulla qualità dei fiumi: è infatti necessario un rafforzamento dei controlli sulle captazioni idriche e sul rispetto del deflusso minimo vitale, così come sarebbero da incrementare i misuratori di portata sulle prese d’acqua”.

Le criticità quest’estate hanno interessato non solo i torrenti minori ma addirittura il Po e i suoi principali affluenti che sono diventati per diversi mesi delle pietraie senza una sola goccia di acqua. E’ il caso del Po a Revello (Cn), del Sangone a Rivalta (To), del Chisone a Garzigliana (To) e del Pellice a Campiglione (To), solo per fare alcuni esempi delle tante segnalazioni peraltro già riscontrate negli anni scorsi. La principale causa di questa situazione va ricercata nell’eccesso di derivazioni irrigue che, sommate al prelievo per le centraline idroelettriche, portano il sistema idrografico piemontese vicino al collasso ambientale e al peggioramento della qualità dell’acqua per mancanza di autodepurazione. Succede così, ad esempio, che per tutta l’estate a Torino non sia arrivato un goccio d’acqua del Monviso, ma soltanto quella che sgorga da qualche risorgiva e da qualche scolo fognario. E non arriva nemmeno l’acqua delle montagne che generano gli affluenti che dovrebbero alimentare il Po a monte del capoluogo.

Legambiente con una lettera rivolta al presidente Sergio Chiamparino e agli assessori all’Ambiente Alberto Valmaggia e all’Agricoltura Giorgio Ferrero chiede dunque di modificare con DGR l’articolo 9 (Deroghe) del Regolamento della Regione Piemonte del 17 luglio 2007, n. 8/R che prevede che: “Nelle more del completamento delle azioni volte al riequilibrio del bilancio idrico, nei tratti dei corsi d’acqua di cui all’allegato B su cui incidono rilevanti prelievi irrigui e caratterizzati da ricorrenti deficit idrici stagionali, alle derivazioni ad uso agricolo destinate all’irrigazione e limitatamente al periodo di massima idroesigenza si applica un DMV ridotto a un terzo del valore calcolato ai sensi dell’articolo 4. La deroga è estesa, limitatamente allo stesso periodo, alle altre utilizzazioni collocate sulla medesima asta fluviale a valle dell’ultima utenza irrigua”.

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