Asti, la questione del campo nomadi infiamma le prossime elezioni

E' battaglia sulle responsabilità del campo nomadi di Via Guerra: non bastassero i roghi e i disagi quotidiani che gli abitanti della zona patiscono oramai da mesi, la questione dell'accampamento Rom si preannuncia come uno dei temi caldi della prossima ed imminente campagna elettorale.

“A portare i nomadi è stata la destra“: con queste parole il sindaco di Asti Fabrizio Brignolo attacca frontalmente. “Dalla preparazione del consiglio comunale aperto (chiesto per ironia della sorte da Fratelli d’Italia, partito erede di Alleanza Nazionale) è emersa una relazione redatta dall’allora vicesindaco Ebarnabo spiega che “Le prime presenze sul territorio comunale di un gruppo nomadi di origine slava (Rom) sono di poco posteriori al 1989. Risulta documentata la presenza di famiglie Rom a partire dalla metà del 1991 nell’area della località Isolone, lungo il fiume Tanaro”.

“Negli stessi mesi matura l’infelice decisione di utilizzare una parte dell’area industriale di via Guerra per ospitare gli zingari. – si legge ancora nel comunicato di Brignolo – Questa volta parlano la delibera della Giunta Comunale (presieduta dal sindaco Galvagno) n. 2925 del 03/10/1991 intitolata: “Progetto per allestimento di un nuovo campo nomadi attrezzato in loc. Pomanzone” e la delibera di Consiglio Comunale (sindaco sempre Galvagno) n. 230 del 20 dicembre 1991 intitolata “Adozione definitiva della variante al PRGC – variante campo nomadi. Tali famiglie, verso la fine del 1992, furono trasferite presso un campo di transito ubicato in loc. Revignano nei pressi di quello già occupato dai Sinti. Presumibilmente poco prima, inizio anni ’90, un secondo gruppo di Rom, probabilmente imparentato con il primo, si era già accampato, acquistandolo, in un terreno agricolo privato sempre in loc. Revignano (strada Calunga), trasferite nel 1992 poi in Via Guerra”.

Una ricostruzione a cui Giorgio Galvagno, tirato dentro alla questione non ci sta: “Mi spiace che il sindaco, come suo solito, per coprire grandi bugie utilizzi mezze verità. Il sindaco non sa, o forse fa finta di non sapere, che nel 1991 è uscita una legge, a livello nazionale, che obbligava il Comune ad adottare azioni ben precise contro il nomadismo. Tralasciando che a quel tempo Asti era una città molto più sicura di quella che è oggi, i nomadi stanziavano in diverse parti della città: all’epoca l’azione della Giunta Comunale fu quella di creare un’area in grado di controllare il flusso dei nomadi, soprattutto per questioni di sicurezza cittadina. Il fatto che poi quest’area sia diventata un centro di degrado è da imputare all’inefficienza delle giunte di centrosinistra, che han fatto sì che il caos la facesse da padrone. Per non parlare dell raddoppio dell’area, voluto dalla Giunta Voglino nel 2003, che, con la scusa di spostare di pochi metri l’area, ha raddoppiato il campo nomadi”.

Insomma, per Galvagno il problema ora non è tanto il campo di per sè (“dove dovremmo spostarli”? si chiede ironico), ma il controllo dello stesso. “Servono azioni più dure da parte dell’Amministrazione: a partire dalla presenza quotidiana delle forze dell’ordine, oltre ad un presidio sanitario, in maniera tale da tenere la situazion sotto controllo. Con la sicurezza dei cittadini non si scherza”.

Il Campo di via Guerra, immaginiamo, farà ancora parlare di sè.

Alessandro Franco