Discutendo, durante l’incontro di “Vigna aperta” organizzato dalla Cia di Asti sulle colline di Casalotto di Mombaruzzo, dello stato di salute dei vigneti, l’enologo Giuliano Noè ha sollecitato il presidente della Cantina sociale di Vinchio e Vaglio Serra, Lorenzo Giordano, ad illustrare i provvedimenti “antigrandine” recentemente adottati, all’unanimità, dall’assemblea dei soci.
“In poche parole – ha spiegato Giordano – la Cantina ha deciso non soltanto di ritirare comunque le uve “tempestate” dei propri soci, ma anche di pagarle nella stessa misura di quelle non colpite dalla grandine. Ai vignaioli è stato però chiesto di fare in pratica due vendemmie, la prima per raccogliere i grappoli in qualche modo rovinati dai chicchi di grandine e la seconda per staccare invece le uve intatte”.
Che fine faranno allora le uve grandinate? “Le vinificheremo prima e separatamente dalle altre – ha risposto Noè – con modalità diverse da quelle canoniche in modo da conservarne le caratteristiche originarie. In questo modo posso garantire che avremo un vino forse un po’ diverso da quelli a cui siamo abituati, ma di qualità assolutamente sostenibile e godibile”.