Tanti spunti importanti al convegno ”La trasformazione del territorio albese dal dopoguerra all’Unesco”

«La nostra città aveva un bisogno fondamentale di un nuovo Piano regolatore. La variante generale approvata nel 1994 era diventata subito vecchia con l’alluvione.

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Serviva uno strumento nuovo che tenesse insieme la vitalità economica e l’ambiente circostante. Inoltre, bisognava preservare i varchi per le strade da realizzare».

È quanto ha spiegato il Sindaco di Alba Maurizio Marello aprendo il suo intervento “La crisi economica mondiale, il nuovo Disegno di Legge sul consumo del suolo e la scelta Unesco: come risponde il nuovo Prg della Città?” al convegno “La trasformazione del territorio albese dal dopoguerra all’Unesco” organizzato dall’associazione culturale “Giulio Parusso”, sabato 17 settembre in sala “Beppe Fenoglio”.

«Il nuovo Piano regolatore in vigore dall’1 giugno 2016 – ha spiegato il Sindaco Maurizio Marello anche Assessore all’Urbanistica – si occupa di tutta la città. Tutela anche le aree agricole non destinate alla trasformazione, si occupa di tutti i suoli anche quando queste non sono edificabili. Punta sul centro ma anche sulle periferie. La città è stata divisa in 15 comparti residenziali con altezze definite per zona. Ci sono le zone produttive ed altre zone industriali sono previste in corso Asti, vicino allo sbocco autostradale. Ci sono gli ambiti speciali che disciplinano ed organizzano il territorio. È stato risolto il problema dei vincoli scaduti dando capacità edificatoria a queste aree. Questo piano non è a crescita zero ma a crescita intelligente».

Il Sindaco ha poi parlato anche della previsione sui grandi parchi in città e delle strade urbane ed extra urbane previste, al convegno coordinato dall’ingegner Giuseppe Gobino vice presidente dell’associazione culturale “Giulio Parusso”.

L’incontro è iniziato con la lunga relazione dell’architetto Pier Massimo Stanchi su “L’urbanistica ed i Piani regolatori dagli anni 50 al duemila”. Poi, “Lo sviluppo industriale: la città da centro agricolo e di piccolo commercio a sede di gruppi multinazionali” a cura dell’ingegner Gianni Ranieri

«Le zone industriali non esistevano, sono state inventate dagli industriali Ferrero, Miroglio, Stroppiana, Drocco, Sebaste – ha spiegato Gianni Ranieri – C’era la Pia Società San Paolo nata nel 1800. Le opere di urbanizzazione in città non sono state fatte per molto tempo. Strade e ferrovie sono state realizzate tardi ed ancora oggi manca un pezzo dell’autostrada Asti – Cuneo».

Dei “Protagonisti dello sviluppo edilizio ed urbanistico del territorio: Valerio Demaria, Aldo Barberis, Giovanni Cane” ha parlato l’architetto Guido Caminiti.

«Giovanni Cane – ha ricordato Guido Caminiti – aveva fama di grande saggio e competente in tutti gli schieramenti politici. Era un consulente ricercato. Aldo Barberis non era solo un ingegnere ma anche un uomo di grande cultura. Valerio Demaria era un artista che viveva costantemente la sua arte come stile di vita. Aveva grande capacità di giudizio. Ha lasciato davvero un grande vuoto».

«La città è cresciuta in maniera vorticosa negli anni – ha sottolineato l’avvocato Roberto Ponzio presidente dell’associazione culturale “Giulio Parusso” chiudendo l’evento – abbiamo pensato di raccontare la storia di Alba passata da borgo agricolo a sede di multinazionali. Giulio Parusso ci ha dato l’idea di questo convegno in coerenza con questa associazione che ha per obiettivo difendere, diffondere, tutelare e valorizzare il patrimonio di questa città».

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