Piano Sviluppo Rurale: pubblicate le graduatorie per l’insediamento dei giovani e per le misure agroambientali: troppe imprese escluse

Sostenibilità ambientale: tutti la invocano ma, nel concreto, le azioni intraprese penalizzano chi vuole cambiare il modo di produrre. E’ questo lo sfogo unanime dei giovani agricoltori dell’ANGA di Asti (la sezione under 40 di Confagricoltura) che si sono visti respingere la domanda di aiuto richiesto per l’insediamento.

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All’atto della pubblicazione delle graduatorie dei bandi (misura 4.1.2 e 6.1.1 riservate agli investimenti rivolti al miglioramento e all’insediamento di aziende condotte da giovani), infatti, come già accaduto nei bandi precedenti, le tante promesse sono state disattese da una dotazione finanziaria troppo scarsa: meno di un quarto delle domande di miglioramento risultano in graduatoria in posizione utile per riceve l’incentivo mentre poco più della metà sono le domande di insediamento ammesse. La pubblicazione delle graduatorie del PSR non fa che confermare l’inadeguatezza dell’impianto del programma e dei bandi impostati dalla Regione. Troppe sono le aziende che risultano escluse dai finanziamenti, troppi sono i giovani che non riusciranno ad ottenere aiuti per avviare la loro attività.

Confagricoltura Asti ha già segnalato più volte le criticità di tali bandi, in particolare sottolineando che questi sfavorivano le aziende agricole più solide, quelle che possono avere un futuro e resistere alle ormai periodiche crisi di mercato. I bandi infatti erano strutturati per favorire l’accesso ai finanziamenti di aziende piccole e con bilanci irrisori, questo a discapito dei giovani che volevano insediarsi con aziende competitive sul mercato.

“Un’altra anomalia delle graduatorie sta nel fatto che, nella maggior parte dei casi, il giovane si trova in posizione utile soltanto in una delle due misure”, commenta Enrico Masenga, consulente tecnico specialistico di Confagricoltura Asti. “Si tratta di una situazione paradossale, in quanto i giovani che hanno presentato la domanda percepiranno l’incentivo per insediarsi ma non riceveranno il cofinanziamento delle spese che dovranno sostenere per realizzarlo (non essendo in posizione utile sul bando della misura 4.1.2), e quindi dovranno autofinanziarsi. E un giovane non ha le possibilità economiche sufficienti e la solvibilità verso le banche per realizzare l’intero progetto. Questo paradosso quindi rischia di vanificare anche il premio ottenuto per l’insediamento e il progetto proposto nella misura 6.1.1 che potrà essere realizzato soltanto parzialmente. Con il risultato che i pochi soldi disponibili non saranno spesi al meglio.”

Un’altra nota dolente riguarda i contributi per le misure agroambientali. La comunicazione tardiva è sicuramente una spina nel fianco per tutti gli agricoltori che non sanno se riceveranno i contributi richiesti e nella maggior parte dei casi si vedono rifiutare la domanda soltanto al momento della raccolta o addirittura quando le coltivazioni sono già in magazzino. Le aziende quindi, una volta presentata la domanda di contributo, si assoggettano a tutti gli adempimenti previsti dalla normativa, limitando l’impiego di antiparassitari e fertilizzanti, modificando le pratiche colturali e, nella maggior parte dei casi, riducendo i quantitativi prodotti, con la speranza di poter ottenere l’approvazione della domanda e i conseguenti contributi. Purtroppo in moltissimi casi la domanda viene respinta e il risultato è, ancora una volta, una perdita di tempo e soprattutto di denaro da parte degli agricoltori.

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