Piano Banda Ultralarga: pubblicato il Bando per il Piemonte, Anci e Uncem vigili sul controllo della Regione

Pubblicato da Infratel Italia il bando di gara “Banda Ultra larga – Concessione di costruzione e gestione di infrastrutture passive nelle aree bianche" per il Piemonte e per altre nove Regioni italiane.

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Solo per il Piemonte sono previsti 283 milioni di euro di investimenti, tra il 2017 e il 2020 per realizzare 5.670 chilometri di banda ultralarga in 1.150 Comuni, raggiungendo 1.358.015 persone e 90.865 abitazioni oltre a 109.869 imprese e pubbliche amministrazioni. Si tratta di una delle più grandi operazioni di infrastrutturazione pubblica degli ultimi vent’anni che Uncem e Anci Piemonte, negli ultimi due mesi, hanno spiegato a Sindaci, Amministratori, Associazioni, cittadini in una serie di incontri promossi con CSI e Regione. Il bando nazionale si chiude a fine settembre.

Da allora, le aziende di telecomunicazione selezionate avranno a disposizione il capitolato tecnico e dunque realizzeranno i progetti di posa della fibra ottica (o di altre strutture digitali senza fili) per ciascun Comune. Lo faranno sulla base di un “fabbisogno” stabilito da Infratel con Ministero dello Sviluppo economico e Regione: la cifra da spendere, per ciascun Comune, attiverà una rete primaria e una secondaria, da portare in cabinet direttamente sotto casa, di proprietà pubblica, così come sarà la rete. Si potranno raggiungere velocità di navigazione importanti, 30 megabit per tutti e 100 megabit al secondo per pubbliche amministrazioni e imprese.

“Ci sono alcuni punti del bando e poi del capitolato tecnico per le imprese che la Regione, con Anci e Uncem, deve monitorare – spiegano i vicepresidenti delle due associazioni Michele Pianetta e Marco Bussone – In primo luogo che le reti di ciascun Comune siano collegate tra loro. Probabilmente serviranno ulteriori risorse rispetto ai 283mila euro attuali. Potranno derivare da risparmi e ribassi fatti dall’impresa vincitrice del bando. È importante inoltre che si tenga conto delle infrastrutture pubbliche già realizzate in passato, dal piano wi.pie della Regione Piemonte o da Infratel”. Anci e Uncem sostengono da tempo che solo con sistemi wi.fi, senza fili, si possono raggiungere le “case sparse” (secondo Istat) e i borghi alpini più lontani dai concentrici dei paesi. “Nessuno deve rimanere escluso – commentano Pianetta e Bussone – Altrimenti è chiaro che il divario digitale, al posto di diminuire, aumenterà”.

Anci e Uncem hanno chiesto alla Regione Piemonte, con Assessorato e Direzione all’Innovazione, di attivare subito il tavolo di analisi e monitoraggio previsto dal Piano banda ultralarga. “Negli ultimi mesi – proseguono da Anci e Uncem – le nostre associazioni hanno fatto uno sforzo enorme per informare Sindaci e Amministratori di quanto sta avvenendo. Un impegno che ci siamo presi perché crediamo fortemente nel Piano e nell’Agenda digitale nazionale nel suo complesso, per rispondere a obiettivi europei che ci vedono indietro e in affanno. Da subito dobbiamo ragionare con Regione e Mise su chi attiverà i servizi, per evitare che la fibra ottica e le reti posate restino spente. Dobbiamo pensare a strumenti che agevolino i territori e le comunità, per renderli più smart. È questa la vera sfida e ci sono altri 45 milioni di euro sul Por Fesr da utilizzare. Sanità, accesso ai dati e ai servizi della pubblica amministrazione, collegamenti più rapidi tra sedi di Enti locali, trasporti pubblici a chiamata, gestione del rischio e delle politiche ambientali, banche dati in cloud e sicurezza degli atti, sono alcuni dei fronti sui quali lavorare da subito per superare il divario digitale”.

“Anci Piemonte chiederà un incontro urgente alla Regione per affrontare in modo risolutivo le questioni ancora aperte sul tema di banda ultralarga”. Lo dice il vicepresidente dell’associazione dei Comuni con delega all’innovazione, Michele Pianetta, assessore comunale di Villanova Mondovì, appresa la notizia della pubblicazione del piano nazionale per la costruzione e la gestione di infrastrutture essenziali per i servizi di connessione ultraveloce. Sono in tutto dieci le regioni italiane interessate dal piano Infratel, tra queste il Piemonte.

Diverse le questioni sulle quali ANCI chiede il confronto con gli assessori regionali agli enti locali Aldo Reschigna e all’innovazione Giuseppina De Santis, dopo aver sottoscritto con UNCEM una proposta di ordine del giorno da fare approvare alle assemblee di Comuni e Unioni e dopo aver anche sottoposto la questione al Ministro per gli Affari regionali Enrico Costa, in un dibattito svoltosi lo scorso 29 luglio a Roccaforte Mondovì.

“Sul tema banda larga ANCI è da sempre in prima linea – ricorda Pianetta – nell’incontro con la Regione chiederemo innanzitutto che i capitolati tecnici del Piano Banda Ultralarga garantiscano il collegamento tra le reti principali, in parte già realizzate, e quelle delle zone periferiche, in modo da garantire l’omogeneità del servizio. In secondo luogo, chiederemo conferme ufficiali in merito al cronoprogramma degli interventi. Vogliamo poi far sì che siano le Unioni a firmare le convenzioni operative con Infratel, Ministero e Regione per conto dei singoli Comuni, in modo da rendere più veloci le operazioni. Quarto punto, chiediamo fin d’ora di minimizzare l’impatto ambientale e i costi, utilizzando il più possibile le infrastrutture esistenti, come accaduto in diverse città italiane, dove la fibra è stata posata addirittura nelle condotte fognarie evitando nuovi scavi. Infine è nostro obiettivo sollecitare la regione all’emissione del bando per lo stanziamento dei 45 milioni di euro messi a disposizione per l’Agenda digitale regionale, che si aggiungono ai 290 milioni di euro per l’infrastruttura”. Pochi punti ma chiari per affrontare in modo mirato ed efficace il problema e far uscire le periferie dall’isolamento. Il piano è chiaro e ambizioso: coprire entro il 2020 l’85% della popolazione italiana con infrastrutture per la banda ultralarga, cioè a velocità pari a 100 megabit per secondo e garantire allo stesso tempo al 100% dei cittadini l’accesso alla rete Internet ad almeno 30 Megabit. Un passo determinante per privati e aziende, chiamati a fare i conti con una velocità media superiore solo Grecia, Croazia e Cipro, mentre gli altri Paesi top dell’area euro procedono ad un passo che vale il triplo del nostro.

“Viste le tempistiche, occorre muoversi velocemente – conclude Pianetta – Infratel punta a chiudere il bando entro l’estate per arrivare alle gare vere e proprie entro fine 2016, su questa partita si gioca il futuro del Piemonte e ANCI non intende stare a guardare”.

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