Parola della settimana di Cesare Torta: Dialogo

Brutto colpo per gli estremisti che predicano a tempo pieno l’odio nei confronti di intere comunità religiose prendendo a pretesto il difficile momento storico che vede molto attive alcune organizzazioni terroristiche che han trovato terreno fertile nelle molte espressioni territoriali e tribali dell’Islam.

Il terribile gioco funziona benissimo: da un lato viene utile ricorrere alle motivazioni religiose per perseguire i propri obiettivi di potere e dall’altro si trovano pronti i “colleghi” pronti a cogliere la palla al balzo della sfida e della guerra in atto tra religioni e civiltà contrapposte. Come si può uscire da questa situazione conflittuale? Semplice: con la distruzione del nemico. A supporto di questa posizione bellicosa la prova sovrana: il Corano che invita espressamente a provocare la morte per tutti gli infedeli.

Come se interi popoli e governanti di tutti i tempi, prima di scatenare guerre ed invasioni di altre terre si prendessero la briga di andare a consultare i libri sacri, scritti duemila anni fa, per verificare se tali azioni fossero o meno ammesse dalla propria fede religiosa.

L’invito della comunità islamica francese di far partecipare i mussulmani alle cerimonie religiose dei cristiani è stata raccolta da molte chiese delle principali città italiane. Questo segnale è stato interpretato da molti come un importante passo in avanti nel processo di dialogo ecumenico e l’occasione è stata utile per scoprire che tutte le religioni si basano sull’amore verso il prossimo e non sull’odio.

Non è un caso se tutti i regolamenti militari in tempo di guerra prevedono che sia un reato “fraternizzare con il nemico”. Venire a contatto con i nemici e scoprire che anche loro si trovano in quella situazione assurda non per volontà o interesse personale, può scatenare reazioni imprevedibili.

Incontrare i fedeli di altre religioni ed aprire un dialogo può significare trovare convinzioni comuni e soluzioni per le eventuali divergenze. Ma soprattutto avere la conferma che chi semina terrore e morte è altra cosa rispetto alle religioni.