Emergenza Cinghiali, per Confagricoltura Asti è necessario un calendario della caccia più elastico

Mentre ad Asti ci s’interroga sulle strategie per rendere il territorio più ricettivo all’enoturismo internazionale – un esempio, con i suoi limiti, è il progetto “Asti, Vino e Cultura” al vaglio dell’Amministrazione comunale – c’è chi ha già individuato da tempo nell’Astigiano la meta preferita per le proprie “vacanze”: i cinghiali.

Gli sgraditi ospiti sono stati avvistati pochi giorni or sono alla rotonda dell’antica Certosa di Valmanera, quindi a pochi passi da una scuola – fortunatamente chiusa per la pausa estiva – e dalle villette lungo via dell’Arazzeria. Confagricoltura Asti sottolinea che la presenza degli ungulati, ormai in città, invita ad una profonda riflessione sulla caccia anche alla luce della recente sentenza del Tar che valuta attentamente le specie cacciabili.

La decisione del tribunale amministrativo è stata accolta con favore da Confagricoltura Asti che per voce del suo presidente, Massimo Forno, commenta: “Chi vive la campagna conosce e subisce costantemente i danni causati dagli ungulati e dalla fauna selvatica. I nostri imprenditori agricoli vengono costantemente saccheggiati, oltre che da caprioli e cinghiali, anche dalle razzie di storni, gazze e cornacchie grigie. In particolare quest’ultime rappresentano una gravissima minaccia non solo per i prodotti ma anche per gli uccelli insettivori, preziosi alleati nella difesa dei raccolti ma sempre in minor numero a causa dei mutamenti climatici, la progressiva scomparsa di siti di nidificazione e la crescita incontrollata della fauna selvatica. La Regione Piemonte dovrebbe elaborare un calendario venatorio molto più elastico invece che ostinarsi a produrre normative vessatorie verso chi, come i cacciatori, s’impegna ad arginare un problema che ormai interessa tutta la cittadinanza. Prova ne sono gli incidenti stradali che sempre più spesso si leggono sui giornali. La strada avviata dalla Provincia di Asti, su proposta di Confagricoltura Asti, di donare a fini solidali le carni dei cinghiali abbattuti è la soluzione giusta per far diventare la fauna selvatica da problema a risorsa”. 

Aldo Rosio, segretario provinciale di Federcaccia Asti, lancia infine un invito all’assessorato regionale all’Agricoltura: “Confidiamo che anche la Regione riconosca finalmente il ruolo che i cacciatori hanno sempre svolto a tutela del territorio e per la conservazione della biodiversità, aspetto messo a repentaglio da alcune specie selvatiche, in particolar modo il cinghiale, fattore d’importanti danni all’agricoltura. Per questo chiediamo all’Assessorato di utilizzare, senza ulteriori indugi, tutti gli strumenti normativi che consentano un’estensione del calendario venatorio e delle specie cacciabili sulla base delle direttive europee”.