Parola della settimana di Cesare Torta: Barbarie

I tragici eventi di Nizza e di Istanbul non hanno in comune soltanto la generale avanzata della barbarie nei rapporti sociali ma anche un aspetto molto grave, quello del disprezzo della vita umana, sia degli altri sia la propria.

Anche se si tratta di due tragedie che hanno natura e finalità diverse, nel primo caso un atto atroce di terrorismo e nel secondo un tentativo di golpe dai risvolti poco chiari in quanto la vittima designata è quella che ha ottenuto i maggiori vantaggi politici, in entrambi i casi il rispetto della vita umana, primo requisito di determinazione della civiltà di un popolo, viene completamente ignorato.
 
L’assassinio di centinaia di persone, per lo più civili e senza alcuna colpa, viene utilizzato con cieca spregiudicatezza per perseguire obiettivi politici. L’impatto mediatico che ne deriva pare essere l’unica cosa che conta.

Un altro aspetto che conferma il livello di barbarie raggiunto è l’uccisione di persone simbolo e non di persone dichiaratamente nemiche. Nella guerra tradizionale infliggere perdite nelle file dei nemici significava indebolire le loro capacità di offesa bellica. Ogni soldato ucciso poteva rappresentare una parte dell’apparato di guerra e quindi essere considerato portatore di colpe attribuite a ragione o a torto all’intero esercito della nazione in guerra. Nelle azioni di terrorismo si colpiscono persone ignare e indifese con il solo scopo di alimentare il terrore e la paura. Esattamente come quando si vuole alimentare l’odio nei confronti di interi popoli o appartenenti a religioni diverse dalla nostra perché qualche loro esponente compie atti criminali. A nessuno verrebbe in mente di criminalizzare tutti i cristiani perché un capo mafioso, molto religioso, compie una strage di mafia.

Anche il grave scontro tra due treni in Puglia è segno di disprezzo per la vita delle persone. Qui non si tratta di omicidio volontario ma di omicidio colposo. In questo caso non si sono prese le dovute precauzioni per garantire la sicurezza per trascuratezza, incapacità o per motivi economici. In ogni modo per colpa grave.