Asti, Penne alla scuola Ferraris, tirata a lucido la locomotiva

In queste ore un popolo di Alpini e loro famigliari si muove verso la nostra città e a tutti si augura il miglior benvenuto.

In auto, pulman, camper, apecar, persino in bici. In treno? Ci perdonino i contemporanei ma… in treno no, è troppo “comodo” per un  Alpino. E poi ti immagini trasferire la truppa su un Freccia rossa o una carrozza di pendolari?

Il flashback corre lontano lontano, agli anni dell’epopea alpina, e con essa alle tragedie belliche del novecento. All’iconografia delle “tradotte”, dei lunghi spostamenti e posizionamenti sui fronti, o più recentemente ai contingenti della leva. Con queste immagini, in bianco e nero, come nei film d’epoca, veniamo a noi qui, alla realtà dell’efficace restauro della locomotiva a vapore collocata nel 1978 nel cortile della primaria Ferraris, ora quasi concluso.

E’ un “rotabile storico” ed era degno di una manutenzione, storica come questa Adunata 2016.

Nell’ambito degli interventi concordati dall’Associazione Nazionale Alpini con il Comune di Asti, per lasciare segni di “pace visibile”, di maggiore fruibilità, di ripristino e recupero di luoghi, la Protezione civile dell’Ana di Latina (tra le più piccole in Italia, 350 iscritti) è “scesa” (o salita!) in quel cortile portando a casa il risultato.

Innanzitutto la gratitudine degli oltre 350 allievi della scuola, con insegnanti e dirigente, laritinteggiatura dell’intera cancellata delimitante l’edificio. e poi il restyling della locomotiva matricola 875019.

Lavata e disincrostata, riverniciata con tinte rigorosamente indicate dall’associazione del Museo del trasporto ferroviario (Bussoleno), abbellita d’intorno con una nuova pannellatura (metri 20) ridisegnata (in tre giorni) dai due “maestri”, Giulio ebanista e Piero titolare di un cantiere nautico, sulla base di un precedente lavoro (1980) condotto dagli studenti del Liceo artistico. A loro agio con l’imponente creatura, bielle, fumaioli, contrappesi, e la grande caldaia, Adolfo imprenditore, Fabrizio bancario,  Gabriello già vigile urbano, Giulio ex poliziotto, Innocente (detto Nino), e Francesco generale degli alpini, ora in pensione. A presentarceli Roberto, di suo elettricista, con all’attivo diversi interventi anche all’estero (Kossovo, Algeria, Sri Lanka).

La locomotiva “che sbuffa e che fuma, la strada consuma più forte del vento” cantava una vecchia canzone. A seconda dell’immaginario ciascuno, passando di lì, attribuirà un significato alla “sua” locomotiva.

Insieme ai canti di questi giorni, allegri, nostalgici, melodici, scanzonati, inascoltati, però resteranno quelli di sempre. Della memoria da non scordare, di “quel lungo treno che andava al confine, che trasportavano migliaia di alpini, su su correte che è ora di partir”.

Comunque la si pensi, a casa, in silenzio, qualche brano lo si potrà risentire. E ci farà bene.